Draghi: noi migliori d'Europa L'Inghilterra ora ha paura: verso i 100mila casi al giorno

Giovedì 21 Ottobre 2021
IL FOCUS
ROMA In Italia «la curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini». E «questo ci permette di mantenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità». Così ieri il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo del 20-21 ottobre ha fatto il punto sulla campagna vaccinale italiana, paragonandola anche a quella di altri Paesi: «Dopo un avvio stentato la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti» ha spiegato, aggiungendo come «in Italia la campagna proceda più spedita della media Ue» grazie a tutti i cittadini che «hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e giovanissimi, e chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane dopo aver superato le proprie esitazioni».
IL REGNO UNITO
Del resto a guardare ciò che sta accadendo negli altri Paesi in questi giorni è impossibile dar torto a Draghi. In Gran Bretagna ad esempio, stando all'allarme lanciato proprio dagli esperti inglesi, si rischia di arrivare a 100 mila nuovi casi Covid al giorno nel prossimo inverno. Eppure, almeno per il momento, il governo di Boris Johnson non intende prendere misure di contenimento del virus. «La pressione sul servizio sanitario c'è, ma per ora regge», ha detto ieri il ministro della Sanità, Sajid Javid, quando invece lo stesso Nhs aveva lanciato l'allarme e chiesto di attivare subito il «piano B». Con il freddo alle porte e i primi vaccinati che col passare del tempo perdono la copertura immunitaria, sull'Isola si fa già i conti con la nuova impennata di casi: quasi 50 mila solo nelle ultime 24 ore, con 8 mila nuovi ricoveri e 179 decessi. Ma il copione a Londra sembra ripetersi a ogni ondata: da un lato l'Nhs - già alle prese con difficoltà strutturali e con i pazienti di altre patologie rimasti in attesa proprio a causa della pandemia - chiede a Johnson di adottare delle misure di prevenzione prima che sia troppo tardi. Dall'altro il premier conservatore, da sempre restio (fin quando non ha rischiato lui stesso la vita per il Covid) a limitare le libertà dei suoi concittadini, che fa sapere che «ancora non serve».
GLI ALTRI PAESI
La nuova crescita dei contagi però non riguarda solo la Gran Bretagna. C'è anche la Russia a dover fare i conti con una recrudescenza del virus. Nel Paese, dove meno di un terzo della popolazione è vaccinato, il numero dei casi e delle morti supera ogni giorno un nuovo record:ieri sono state 1.028 le nuove vittime e oltre 34 mila i contagi registrati. Di fronte a questi numeri, il presidente Vladimir Putin ha deciso di dichiarare «giorni non lavorativi» quelli dal 30 ottobre al 7 novembre nel tentativo di fermare il dilagare del Covid, almeno tra i lavoratori. E ha lanciato un appello ai recalcitranti: «Per favore, siate responsabili, vaccinatevi».
Situazione difficile anche in Lettonia dove si sta programmando un nuovo lockdown come ha annunciato il premier Krisjanis Karins. La stretta sarà in essere fino al 15 novembre e prevede coprifuoco tra le 20 e le 5 del mattino, la chiusura di bar, cinema, teatri, sale da concerto e tutti i negozi non essenziali, l'obbligo di asporto per i ristoranti e quello di smart working per gran parte dei lavoratori. Lezioni a distanza nelle scuole tranne per le classi fino alla terza elementare. D'altronde nelle ultime due settimane nel paese sono stati registrati 1.307 nuovi contagi per 100 mila abitanti e meno della metà della popolazione ha completato il ciclo vaccinale.
F. Mal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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