Draghi blinda Speranza «Critiche infondate Il debito? Per la crescita»

Sabato 17 Aprile 2021
LA CONFERENZA
ROMA «Il governo prende un rischio ragionato fondato sui dati, che sono in miglioramento. Questo rischio che abbiamo preso e che sicuramente incontra le aspettative dei cittadini però si fonda su una premessa, che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente». La conferenza stampa di Mario Draghi avviene dopo l'accesa riunione della cabina di regia dove alla fine la spunta la linea aperturista dei ministri Giorgetti e Gelmini con Speranza e Patuanelli che - orfani di un silente Franceschini - riescono a tenere il coprifuoco alle 22 anche se il tema tornerà nel prossimo Consiglio dei ministri, perché c'è chi chiede di arrivare almeno alle 23, visto che i ristoranti aprono la sera.
LA ROTTA
Con a fianco il ministro della Salute, che ringrazia «del lavoro fatto» definendo «non giustificate» le critiche, Draghi annuncia che torneranno le zone gialle il 26 aprile. Un'accelerazione non da poco prima rispetto a quanto si ipotizzava sino alla sera precedente. «Si dà precedenza alle attività all'aperto e alle scuole», racconta il premier che introduce la conferenza stampa spiegando che sono «tre i blocchi di provvedimenti: uno riguarda le aperture, uno riguarda lo scostamento di bilancio e il Def, uno riguarda le opere messe in cantiere». A tutti gli effetti è il primo concreto tentativo di mettersi alle spalle la pandemia e, malgrado la discussione durante la riunione dei ministri, Draghi assicura che le misure sono state adottate «all'unanimità e non a maggioranza». D'altra parte l'esasperazione dei titolari di ristoranti, bar, cinema, teatri e palestre sono ormai arrivate sin sotto le finestre di Palazzo Chigi e risultava complicato far pagare gli errori compiuti con la prima versione del piano di vaccinazione, dove il siero era un po' per tutti tranne che per la fascia di età a rischio. Ora che si vaccina con un po' più di criterio e «non c'è il crollo di vaccinazioni con Astrazeneca», come spiega il ministro Speranza, «penso - sostiene Draghi - che si possa guardare al futuro con prudente ottimismo e con fiducia». Le aperture sono per Draghi «una risposta al disagio di categorie e giovani e portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza dell'economia». Parole che confermano l'attenzione con la quale il presidente del Consiglio tiene in considerazione non solo i dati della pandemia, ma anche gli effetti economici prodotti dalle prolungate chiusure anche perché i debiti aumentano e ne «usciremo solo con la crescita». «Mi aspetto - dice ancora il premier - che avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita». Un Draghi, insomma, decisamente proiettato alla ripresa del Paese non senza un pizzico di ottimismo.
I 40 miliardi di scostamento di bilancio rappresentano altro debito che però non preoccupa il premier secondo il quale «il rientro al 3% sarà possibile nel 2025». La scommessa è sul rimbalzo che avrà la nostra economia e sul «debito buono» L'esempio di un possibile debito buono Draghi lo fa parlando di Alitalia: «Solo se è stata fatta una riforma della società per andare avanti con proprie ali e non per essere continuamente sussidiata come negli ultimi 20 anni», altrimenti è «debito cattivo». Con l'occasione Draghi annuncia anche che al Mef il ministro Franco sta lavorando per cambiare il criterio del fatturato del primo decreto sostegni e sta pensando «di aggiungere anche un criterio che riguarda l'utile, l'imponibile fiscale in modo da vedere i soggetti che sono stati più colpiti dalla pandemia».
L'avvio dei cantieri, con la nomina dei commissari fatta dal ministro Giovannini, rappresenta un deciso passo avanti, ma la vera sfida è sul Recovery Plan e sui provvedimenti sulla semplificazione che dovranno accompagnare il Pnnr perchè - spiega il premier - quel programma è poco credibile senza forti semplificazioni».
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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