Dossier Venezia sul tavolo del ministro Toninelli

Lunedì 19 Novembre 2018
IL RETROSCENA
VENEZIA Il dossier Commissario straordinario per il Mose è sul tavolo del ministro Danilo Toninelli, chiamato a decidere il nome di chi dovrà completare la costruzione delle dighe mobili. Del resto, di fronte alla crisi del Consorzio Venezia Nuova, che ormai è diventato una scatola piena di ditte fantasma sull'orlo del fallimento che costa 25 milioni all'anno, è difficile pensare ad una strada diversa dalla nomina di un nuovo commissario ad acta che riesca a completare il Mose. Nel futuro del Consorzio infatti ci sono anni e anni di cause milionarie incrociate tra le ditte che fanno parte del Consorzio e il Consorzio stesso. Cause peraltro già in piedi o già annunciate, come quella della Consortile Venezia Lavori che ha inviato una lettera di recesso dal Consorzio e contemporaneamente ha chiesto il pagamento di 50 milioni di lavori eseguiti e non pagati mentre avverte che chiederà ai commissari straordinari Ossola e Fiengo qualche centinaio di milioni di euro di danni. Chiaro che il Consorzio respingerà al mittente la lettera di recesso, ma è altrettanto probabile che a stretto giro di posta nei prossimi giorni arrivino lettere analoghe anche da parte di altre ditte come Fincosit e Condotte, anch'esse come Mantovani alle prese con procedure concorsuali. Non solo, il Consorzio ha in pancia solo aziende che non hanno più un centesimo e dunque aziende che non potranno mai rispondere di eventuali danni. Ecco perché al ministero delle infrastrutture si pensa di azzerare tutto e ricominciare daccapo, con un nuovo commissario che lasci tutte le beghe del passato al passato e metta in piedi un nuovo contratto di appalto per il completamento, l'avviamento e la gestione del Mose.
LA STRATEGIA
Questa è l'ipotesi che viene prospettata in queste ore al ministro Toninelli, il quale ha già sul tavolo anche l'identikit di chi dovrà fare il commissario del Mose da qui al suo completamento. Difficile che possano essere scelti Francesco Ossola o Giuseppe Fiengo che sono in carica come commissari straordinari ormai da 4 anni a 270mila euro l'uno all'anno e che finora non sono riusciti né a trovare un punto di accordo con le vecchie ditte consorziate né a trovare il modo di concludere rapidamente i lavori. Ma difficile anche che possa essere scelto l'ingegner Roberto Linetti provveditore interregionale delle opere pubbliche - che è entrato quasi subito in rotta di collisione con i commissari Fiengo e Ossola, mentre i lavori alla bocche di porto della laguna subivano notevoli ritardi. Potrà, dunque, Linetti uscire dalla porta del Magistrato alle acque va in pensione il prossimo settembre - per rientrare da quella di commissario straordinario del Mose?
Dunque è improbabile che Toninelli possa nominare l'ingegnere, anche se l'identikit del nuovo commissario ad acta è molto vicino a quello di Linetti e cioè deve per forza essere un funzionario del ministero delle infrastrutture che conosca a fondo la macchina romana e che sappia mettere in piedi dal nulla un nuovo appalto extra Consorzio per il completamento degli impianti, l'avviamento e la gestione del Mose.
Del resto in una lettera segreta inviata a Toninelli e pubblicata una decina di giorni fa dal Gazzettino, Linetti avanzava proprio questa ipotesi: Il Consorzio Venezia Nuova potrebbe mantenere la figura degli amministratori straordinari per gestire il passato, incluso il completamento del Mose, mentre il Provveditore potrebbe svolgere anche la funzione di Commissario straordinario per l'avviamento, scriveva Linetti evitando, con aplomb anglosassone, solo di aggiungere il suo nome e cognome.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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