«Dopo il conto-truffa quel ristoratore mi ha minacciata»

Giovedì 25 Gennaio 2018
«Dopo il conto-truffa quel ristoratore mi ha minacciata»
L'INTERVISTA
VENEZIA «Ho telefonato subito all'osteria, pensando che avrebbero riconosciuto l'errore del conto e risarcito lo studente. Invece mi hanno aggredita verbalmente».
A parlare è la guida turistica che il 5 dicembre scorso ha accompagnato a Venezia gli studenti giapponesi che hanno sborsato 1.143,00 euro per un pranzo all'Osteria Da Luca a San Marco, e preferisce rimanere anonima. È stata lei ad avvertire, per prima, la Guardia di Finanza di Venezia sull'accaduto, lo stesso giorno. Non potevano né volevano spendere una follia i giovani stranieri, tutti tra i 20 e i 21 anni, residenti a Shizuoka, una città del Giappone, allievi di una scuola alberghiera. A Venezia erano arrivati con il loro preside, nell'ambito della gita scolastica e di formazione in Italia. Ma quando le guide li lasciano liberi, qualcuno decide di andare a comprare souvenir e altri, camminando, tornano verso l'area marciana attraverso le Mercerie, una delle vie con più negozi del centro storico. E da lì, quattro studenti sono entrati nell'Osteria Da Luca.
Cos'è successo?
«Io e un'altra guida abbiamo accompagnato gli studenti in visita alle aree monumentali esterne del centro storico. Poi per pranzo avevano del tempo libero e li abbiamo lasciati a Rialto, per evitare i ristoranti dell'area marciana».
Quando vi siete accorti del pagamento da 1.143,00 euro?
«Quando siamo tornati al Tronchetto per partire verso Bologna, dove era diretta la scolaresca. Controllando gli scontrini e le ricevute delle carte di credito, uno dei ragazzi ha notato quello che credeva uno sbaglio, lui non se n'era accorto prima perché pensava di aver pagato 110 euro, invece c'era uno zero in più. Non potevamo tornare indietro, c'erano delle tempistiche del tour da rispettare, così ho chiamato l'osteria, istintivamente, pensando che avrebbero riconosciuto l'errore e risarcito il ragazzo».
Invece?
«Invece chi mi ha risposto mi ha aggredita verbalmente, sostenendo che i ragazzi avevano mangiato e bevuto tantissimo. Aveva un accento straniero. Ho risposto: Sappiamo benissimo quello che hanno mangiato e non può aver raggiunto questa cifra, inoltre non hanno lo ricevuta perché non gliel'avete data. E mi hanno risposto: Che cosa vorresti dire? Manda la Finanza, a noi non importa, quello che hanno mangiato corrisponde a questo prezzo».
Ma non è finita qui.
«No, evidentemente dal locale avevano visto il mio numero di cellulare perché dopo un po' mi hanno richiamato con tono minaccioso: Ma lei chi è, che cosa vuole, venga qui, venga! Al che ho risposto che noi saremmo andati avanti con la denuncia. Ho chiamato subito la Guardia di Finanza di Venezia per informarli dell'accaduto, mi è stato risposto che i ragazzi dovevano fare la denuncia di persona, a cui sarebbero seguiti accertamenti. Era il 5 dicembre. Ho sperato che le forze dell'ordine si attivassero subito, a prescindere dagli articoli sui giornali. Della stessa scolaresca sono anche le tre ragazze che hanno mangiato gli spaghetti nell'altra osteria e hanno speso 300 euro».
Li avevate avvertiti del rischio?
«Noi guide tutte le volte che accompagniamo degli studenti li mettiamo in allerta sui prezzi, devono guardare bene i menu, il servizio e gli extra, di stare attenti ai prezzi indicativi per grammi, come avvenuto in questo caso. Li avevamo portati fuori dall'area marciana e lasciati a Rialto».
Le era mai capitato un episodio simile?
«Così eclatante no. E lo porto dentro con un peso incredibile, vivo qui da 35 anni e faccio questo mestiere da 25. Amo Venezia ed è brutto dover mettere in allerta i turisti, ma ci sono troppe truffe in giro. Il ristorante aveva il marchio di qualità sulla porta, ci si chiede come vengano svolti i controlli e dati i permessi. Adoro il mio lavoro ma ultimamente, per tutto questo, ho delle difficoltà e vorrei farlo da un'altra parte. Non più a Venezia che sta diventando una città falsa».
Giorgia Pradolin
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Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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