Dolomiti, nuovo crollo: tocca ancora al Civetta

Martedì 17 Ottobre 2017
Dolomiti, nuovo crollo: tocca ancora al Civetta
IL CROLLO
AGORDO (BL) Il Civetta ha perso un altro pezzo tra boati e nuvole di fumo: una frana si è staccata ieri alle 13 dalla Cima Su Alto, visibile lungo tutto l'asse della val Cordevole. In quella stessa zona era già successo nell'ottobre di 2 anni fa.
Dal Soccorso Alpino rassicurazioni importanti: la caduta di detriti non ha interessato né persone, né cose.
LA VETTA
Il crollo è partito sotto la vetta, non è ancora quantificabile la massa caduta, ma da una prima stima è minore rispetto alla quantità franata in precedenza. «È crollato un pilastrino e la roccia disgregata si è fermata alla base della parete - spiega il Soccorso Alpino - questa volta senza interessare il sentiero che comunque è già chiuso con un'ordinanza a firma del sindaco di Alleghe e che risale al 2015». Tutte le Dolomiti nell'ultimo decennio hanno messo in evidenza la loro fragilità: a Cortina sul Becco di Mezzodì sotto la Croda da lago, sulla Piccola Croda Rossa al confine con il parco delle Dolomiti Ampezzo e Parco di Fanes, sul Sorapis altra montagna che racconta la fragilità dolomitica. Crolli che risalgono anche a 13 anni fa dalla cima Trephor alle 5 Torri, più recentemente dall'Antelao e Ru Secco con il materiale arrivato fino alla sede stradale. Ha perso pezzi anche il Pelmo dal Trono degli Dei, tanto imponente quanto fragile, e l'elenco è ancora lungo.
La situazione è sempre più difficile e gli esperti l'allarme lo hanno lanciato da tempo, il dissesto derivato dallo scioglimento del permafrost è sempre più frequente e gli episodi franosi stanno aumentando. Durante una conferenza stampa organizzata dal Parco delle Dolomiti d'Ampezzo il meteorologo e nivologo Anselmo Cagnati del centro Arpav di Arabba aveva ricordato che lo scioglimento del permafrost è uno degli indicatori del cambiamento climatico, studiato ad Arabba, e il riscaldamento globale provoca, tra l'altro, la degradazione di questo strato di terreno ghiacciato e il cambiamento delle proprietà geotecniche del materiale.
IL PRECEDENTE
La frana di ieri pomeriggio dal Civetta che è stata vista e fotografata da Caprile, Livinallongo, San Tomaso e Falcade, si è originata sullo stesso corpo di frana dove già si sono staccati una ventina di metri cubi di roccia. Per gran parte del pomeriggio sul cielo sopra Alleghe è comparsa una gigantesca nuvola di polvere bianca che lentamente ha iniziato ad adagiarsi anche sulle auto.
«Abbiamo sentito il rumore - dice il sindaco di Alleghe Siro De Biasio - soprattutto abbiamo visto il gran polverone sopra al Civetta, il fenomeno si è protratto a lungo». Due anni fa l'allarme era partito dal rifugio Tissi (ieri chiuso), che è a poca distanza in linea d'aria dalla parete soggetta al crollo. Quella zona del Civetta rimane a rischio, gli esperti parlano di un'area abbastanza marcia, anche nel 2015 si ipotizzavano altri cedimenti. «Infatti - argomenta il primo cittadino Siro De Biasio - da allora è ancora in vigore l'ordinanza che chiude il sentiero del Cai 560 Alta Via 1 Val Civetta e che collega il rifugio Tissi con il rifugio Vazzoler, nella località Val Civetta; resterà in vigore ancora, decisione che ha fondamenti legati alla sicurezza della zona, frequentata da appassionati della montagna. Mi attiverò affinchè gli uomini del Cai controllino che la tabellazione di divieto con ordinanza allegata sia ancora al suo posto in ordine o se necessita di manutenzione».
L'ESPERTO
Anche il professor Vittorio Fenti è intervenuto spesso all'indomani di questi eventi franosi. «Niente di nuovo sul fronte occidentale», in poche parole il geologo di Agordo Vittorio Fenti inquadra il collassamento di una parte del Civetta. Usando il titolo originale del romanzo autobiografico scritto nel 1929 da Erich Maria Remarque, sintetizza così l'evento franoso sulle Dolomiti. «Ci sono molte fessure aperte che comportano crolli. Non ci sono state nemmeno accelerazioni della quantità dei crolli sulle Dolomiti. Quanto avviene è sempre avvenuto, è chiaro che se una parete è famosa la notizia si divulga subito e fa notizia. Sono fenomeni normali».
Mirko Mezzacasa
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