Dilapida in viaggi e regali i beni della madre in coma affidata alla sua tutela

Domenica 6 Giugno 2021
IL CASO
TREVISO Il suo compito era chiaro: gestire il patrimonio della madre sessantenne, ridotta in stato vegetativo dopo un incidente stradale, in qualità di amministratrice di sostegno. Ma lei, una trevigiana di 37 anni, tra il 2011 e il 2019 quel patrimonio l'ha in pratica dilapidato, spendendo per viaggi, vestiti, ristoranti, alberghi e profumeria più di un milione e 600mila euro. In sostanza credeva che quel denaro, essendo la figlia e dunque la futura erede, fosse di fatto suo. Ma i patti con il giudice tutelare del tribunale di Treviso erano ben altri. Ora infatti la donna si ritrova con una denuncia a piede libero per peculato e tutte le sue proprietà sotto sequestro. Nello specifico si tratta di un immobile, una partecipazione societaria e la liquidità bancaria ancora disponibile sul suo conto corrente, circa 50mila euro. Il valore totale del sequestro è in fase di quantificazione, ma le indagini continuano per scovare tutto il suo reale patrimonio per poter arrivare all'equivalente della cifra sottratta.
LE INDAGINI
La vicenda ha inizio nel 2009. La madre, separata dal marito, rimane vittima di un incidente stradale. I traumi sono gravi, c'è il pericolo che non riesca a sopravvivere. Ma i sanitari le salvano la vita, anche se le conseguenze sono drammatiche: la donna è ridotta in stato vegetativo. Da quel momento viene ricoverata in una casa di cura della provincia di Treviso e, non essendo più in grado di poter gestire i propri beni, le viene nominato un amministratore di sostegno. Non uno a caso, ma la figlia non ancora trentenne, che dopo il dolore per le condizioni in cui l'incidente stradale aveva ridotto sua madre, si è ritrovata in mano un patrimonio. Seguendo le indicazioni del giudice tutelare di Treviso, la figlia ha provveduto ad adempiere ai sui compiti di amministratrice di sostegno. Poi però nel conto corrente della madre sono confluiti 1,3 milioni di euro da parte dell'assicurazione a causa del sinistro. Per gli inquirenti dev'essere stato quello il momento in cui la donna, di fronte a tanti soldi, ha iniziato a venir meno ai suoi doveri.
LA DENUNCIA
La guardia di finanza di Treviso è stata messa sulle tracce della 37enne dal nuovo amministratore di sostegno dell'anziana che, analizzando la situazione patrimoniale della sua assistita, si è accorto di una lunga serie di anomalie. A nominarlo era stato il giudice tutelare del tribunale di Treviso al quale, a partire dal 2019, non sono più state presentate le relazioni periodiche sullo stato di salute dell'invalida e i rendiconti delle entrate e delle spese sostenute nell'interesse della donna. E il nuovo amministratore ha rilevato che il patrimonio era stato dilapidato. Andando indietro nel tempo, ha scoperto una lunga serie di ammanchi. A ricostruire il metodo c'hanno pensato le fiamme gialle trevigiane. La 37enne effettuava ripetuti bonifici a suo favore dal conto della madre senza alcuna giustificazione. Così come non erano giustificati i prelievi bancomat, le spese sostenute per andare in vacanza, per i viaggi, per l'abbigliamento, per saldare i conti negli alberghi o per pagare pranzi e cene nei ristoranti. Ma non solo: i finanzieri si sono resi conto che la donna aveva effettuato anche numerose operazioni finanziarie, compiute su conti correnti accesi anche all'estero, allo scopo di far perdere le tracce del patrimonio sottratto alla madre. Le segnalazioni dell'amministratore di sostegno erano insomma fondate. Per la 37enne è dunque scattata la denuncia per peculato, oltre al sequestro dei beni a sua disposizione. Ma l'attività della fiamme gialle non è conclusa, anzi. I finanzieri stanno infatti cercando di risalire a tutto il patrimonio della 37enne, probabilmente nascosto all'estero, per poter mettere i sigilli a tutto il possibile fino ad arrivare a coprire la somma sottratta alla madre, nello specifico 1,67 milioni di euro.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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