Dice che Gianluca Savoini è «una brava persona», ben nota negli ambienti

Domenica 14 Luglio 2019
Dice che Gianluca Savoini è «una brava persona», ben nota negli ambienti leghisti. Ma sostiene anche che tutta questa vicenda altro non è che «un attacco politico a Salvini e alla Lega».
A parlare è Palmarino Zoccatelli, veronese, presidente dell'Associazione Veneto-Russia. In pratica l'omologo a Nordest di Savoini, il leghista che da alcune intercettazioni sembrava trattare un finanziamento russo per la Lega. Anche Zoccatelli è stato visto al Metropole, il leggendario hotel di Mosca dove, secondo un articolo del sito americano Buzzfeed, Savoini è stato intercettato a colloquio con alcuni imprenditori italiani e russi accordandosi per un presunto finanziamento a favore della Lega in cambio di accordi commerciali in campo petrolifero. In questi giorni sono poi spuntate foto di Savoini al fianco di Salvini in più occasioni: quest'anno alla cena con Putin a Palazzo Madama, l'anno scorso dal ministro dell'Interno russo, nel 2016 insieme al segretario del Carroccio in visita a Mosca. Eppure il Capitano nega di averlo invitato. Non lo scarica, invece, Palmarino Zoccatelli, veronese, presidente dell'associazione Veneto-Russia.
Presidente Zoccatelli, lei conosce Gianluca Savoini?
«Certo che lo conosco. È il presidente dell'associazione Lombardia-Russia, l'ha fondata mi pare nel 2014. Noi come Veneto-Russia siano nati invece più tardi, esattamente due anni dopo. Con Savoini ci siamo trovati più volte a varie iniziative e conferenze, ci siamo visti anche al Consolato a Milano per la festa della Federazione russa».
Che idea si è fatto di Savoini?
«È una brava persona. Io non lo disconosco».
In che senso?
«Che non nego di conoscerlo solo perché si trova al centro di un caso di presunta corruzione internazionale».
Cosa pensa di questa vicenda?
«Penso nasca da un intento politico per colpire Salvini e la Lega. È un chiaro attacco politico. E noto che tra chi grida allo scandalo ci sono eredi di quel partito che era finanziato dalla vecchia Unione Sovietica, il Pci aveva il 2% sulle transazioni commerciali con l'Urss. Adesso c'è la nuova Russia e il motto è: diamogli addosso».
Voi raccogliete fondi per la Lega?
«No. Noi come VenetoRussia abbiamo finalità prevalentemente culturali. In questo momento stiamo ospitando una delegazione di giornalisti russi. A legarci alla Russia sono soprattutto motivi ideali, valori transnazionali, a partire da quelli religiosi. Lo sapete che in Russia stanno aprendo nuove chiese, altre ne stanno restaurando? Ad unirci sono i valori».
Torniano a Savoini. Qui in Italia l'hanno praticamente scaricato, come se alle cene ci fosse andato di propria iniziativa, disconosciuto adesso da tutti.
«Non è credibile che Salvini non sapesse chi fosse».
E dei finanziamenti russi a favore della Lega cosa dice? L'associazione Lombardia-Russia può aver raccolto soldi per dare una mano nella campagna elettorale della Lega?
«Questo non lo so».
Lei è leghista?
«Sono iscritto alla Lega da anni, ma non ho incarichi politici o amministrativi o istituzionali».
Avete un governo amico, la Lega è in maggioranza, eppure le sanzioni alla Russia sono state rinnovate.
«Ed è stato un errore. Una grave sbaglio. Infatti abbiamo mandato ben due lettere per ricordare che l'eliminazione delle sanzioni alla Russia era un preciso impegno che era stato assunto in campagna elettorale. E invece a giugno 2018, appena insediato il Governo di Giuseppe Conte, c'è stata una proroga, a dicembre la seconda proroga, adesso la terza proroga. Siamo in assoluto disaccordo».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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