Diamond, italiano contagiato E ora un'altra nave fa paura

Mercoledì 19 Febbraio 2020
Diamond, italiano contagiato E ora un'altra nave fa paura
IL FOCUS
ROMA Il secondo italiano contagiato dal coronavirus è un settantenne che era andato in crociera in Asia tra Cina, Vietnam, Taiwan e Giappone, con la moglie e si è ritrovato prigioniero di una folle gestione dell'allarme Covid-19. Ora è uno dei 542 infettati della Diamond Princess, dopo essere rimasto bloccato sulla nave vicino a Yokohama, epilogo di una storia che si sta trasformando in una crisi nazionale per il Giappone, con molti medici che stanno accusando il governo di avere favorito la diffusione del contagio dopo che ha impedito, il 4 febbraio, ai 3.600 tra passeggeri ed equipaggio di sbarcare. E un'altra nave da crociera è a rischio diffusione coronavirus. La Westerdam l'altro giorno è approdata in Cambogia, i controlli sono stati approssimativi, un'americana una volta arrivata in Malesia è risultata positiva. C'è il rischio che vi siano altri passeggeri infettati che nessuno ha controllato in giro per il mondo. I cinque italiani scesi da quella nave per fortuna hanno scelto di mettersi in auto isolamento.
Torniamo alla Diamond Princess. Questa notte è partito un aereo con medici a bordo per andare verificare le condizione dei 35 italiani sulla nave, domani decollerà il Boeing 767 dell'Aeronautica per portarne a casa una parte (non tutto l'equipaggio può lasciare la nave). Ma la storia della Diamond Princess resterà l'esempio di una gestione catastrofica di un'emergenza (e non per colpa dell'Italia). Il 25 gennaio viene segnalato che un passeggero sbarcato a Hong Kong, in una delle tappe della crociera, è positivo al coronavirus; gli ispettori sanitari giapponesi il 4 febbraio chiedono di aspettare 24 ore prima di far scendere tutti a Yokohama. Inizia un incubo: rinvio dopo rinvio dai 10 casi rilevati nei primi test si passa ai 542 di ieri, tra cui l'italiano. Significa che circa il 15 per cento dei passeggeri si è infettato. L'equipaggio poi, con il comandante Gennaro Arma (di cui ogni giorno i passeggeri spendono le lodi per la sua disponibilità) e altri 24 italiani, di fatto non sta rispettando la quarantena per garantire i servizi a bordo. In linea teorica, l'isolamento dovrebbe concludersi tra oggi e venerdì, ma gli Stati Uniti hanno deciso di non rispettare questi termini e domenica scorsa hanno evacuato 400 connazionali, con una strategia discutibile visto che sui due charter che hanno portato in una base militare negli Stati Uniti hanno viaggiato passeggeri sani insieme a quelli positivi al virus. Anche il Canada ha recuperato i propri connazionali; ora si sta muovendo anche l'Italia e fino a ieri sera tardi si è svolto un vertice con protezione civile, unità di crisi della Farnesina, ministero della Sanità, ministero della Difesa per decidere come organizzare il recupero dei nostri connazionali.
MISSIONE
Il Boeing 767 dell'Aeronautica militare, lo stesso che è andato a Wuhan, deve recuperare 21 italiani. Perché non 35? Il capitano Arma e una parte dell'equipaggio non potrà lasciare la nave. In 22 (10 passeggeri e 12 dell'equipaggio) possono andarsene, ma ieri è arrivato il test positivo per uno di loro, si scende a 21. Il piano prevede di farli atterrare venerdì o sabato a Pratica di Mare e qui tenerli in isolamento in una struttura militare. Si era pensato anche alla caserma della Cecchignola, ma non si è ancora esaurito il periodo di isolamento dei 56 tornati da Wuhan. Altro problema: cosa fare con il settantenne positivo al coronavirus? Farlo volare sullo stesso aereo degli altri viene sconsigliato dalle autorità sanitarie. Due ipotesi: lasciarlo in un ospedale giapponese, riportarlo in Italia con un altro volo. L'ambasciatore italiano in Giappone, Giorgio Starace, ha inviato una lettera a tutti i 35 connazionali, spiegando loro che in Italia dovranno tutti essere sottoposti alla quarantena e chiedendo chi vuole partire. Resta la folle strategia scelta dal governo giapponese che ha trasformato la nave nel luogo ideale per la rapida trasmissione del virus. Su Youtube ha avuto moltissime visualizzazioni la denuncia di un esperto di Kobe, il dottor Kentaro Iwata, che è stato sulla nave e che ritiene del tutto inadeguato il modo in cui è stata organizzata la quarantena sulla Diamond Princess. David e Sally Abel, una coppia di turisti inglesi che aveva raccontato sui social il calvario che stavano sopportando, sono risultati entrambi positivi. Hanno denunciato: «Ci hanno portato non in un ospedale, ma in un ostello, senza telefono e senza Wifi». Intanto, allo Spallanzani per fortuna la situazione è serena: stanno bene i due italiani (il ricercatore emiliano di 29 anni positivo al coronavirus e Niccolò, il diciassettenne rimpatriato da Wuhan); sono migliorati anche i due turisti cinesi.
Mauro Evangelisti
Giuseppe Scarpa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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