De Berti: «La politica? Non c'entra, serve trasparenza»

Mercoledì 1 Luglio 2020
IL RETROSCENA
VENEZIA Naturalmente c'era il presidente Pino Musolino. Così com'erano presenti Martino Conticelli, segretario generale dell'Autorità, e Piero Pellizzari, direttore marittimo della Capitaneria, nonché i revisori dei conti Angelo Passaro, Francesco De Nardo e Laura Mazzone. Invece alla seduta di ieri mattina erano assenti tanto l'imprenditore Fabrizio Giri quanto l'ingegnere Maria Rosaria Campitelli, rappresentanti rispettivamente della Città Metropolitana di Venezia e della Regione Veneto, due istituzioni accusate neanche troppo velatamente di aver costituito un asse per boicottare il vertice del Porto. «Non c'è nulla di politico, è una questione prettamente tecnica», ribatte però Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture e titolare del dossier portuale nella giunta Zaia.
LA LIBERTÀ
La leghista De Berti premette di non voler alimentare le polemiche sulla vicenda. Ma l'assessore tiene a precisare un aspetto: «La delegata della Regione nel comitato di gestione dell'Autorità Portuale ha la libertà di fare le proprie valutazioni in base alla documentazione disponibile, decidendo in autonomia se votare a favore o contro i vari provvedimenti. Posso assicurare che la Regione non ha mai dato nessun input politico nei confronti del Porto. Come ho sempre detto anche al presidente Musolino, nei colloqui che ho avuto con lui, noi teniamo però alla massima trasparenza, come abbiamo fatto ad esempio con la Pedemontana. Si tratta di un elemento fondamentale in una procedura delicata qual è quella del project financing».
GLI ATTRITI
Di più l'assessore De Berti non dice. I sussurri di Palazzo raccontano tuttavia anni di attriti fra Musolino e Campitelli, nominata nell'estate del 2017, per un mandato quadriennale. Al punto che risalirebbero almeno al 2018 le richieste dell'assessore De Berti, messa al corrente della situazione dalla stessa professionista, di ottenere copia dei documenti riguardanti il contestato intervento di Fusina, affidato alla società Venice Ro Port MoS, con il meccanismo della finanza di progetto. Quelle sollecitazioni sarebbero state ripetutamente ignorate da Musolino, scatenando uno stillicidio di dubbi, contestazioni, diverbi. Il riferimento dell'assessore De Berti alla Pedemontana lascia intendere che la Regione, tramite la propria rappresentante, avrebbe preferito una puntuale presentazione di studi e pareri, quando si è trattato di operare il riequilibrio del piano economico-finanziario di Fusina. Com'era successo appunto per la superstrada.
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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