Ddl Zan, insulti e minacce al leghista Ostellari. I colleghi: «L'odio non è la democrazia»

Sabato 3 Aprile 2021
IL CASO
VENEZIA È tutto veneto, e più precisamente padovano, lo scontro politico sul disegno di legge in materia di omotransfobia. Da una parte c'è il deputato dem Alessandro Zan, primo firmatario del testo; dall'altra c'è il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia. In mezzo ci sono le polemiche per le lungaggini nell'approvazione della normativa voluta dal Partito Democratico, ma anche gli insulti sui social nei confronti dell'esponente della Lega.
AL PALO
Il provvedimento è sostanzialmente al palo, con minacciate ripercussioni sulla stabilità della maggioranza. Il Pd considera il ddl Zan, approvato dalla Camera nel novembre scorso, «un impegno di civiltà» da condurre in porto. La Lega però alza le barricate al Senato, affermando che «forzature su temi divisivi rischiano di compromettere quel clima di unità nazionale che si è creato». In questi giorni Ostellari è stato accusato di non voler calendarizzare il punto, anche se su Facebook si difende: «Da presidente sono super partes e mercoledì ci sarà l'ufficio di programmazione dei lavori di commissione. Ma da senatore resto contrario: la legge c'è già, le condanne lo dimostrano».
GLI ATTACCHI
Proprio attraverso il web, in queste ore contro Ostellari sono stati sferrati violenti attacchi, in cui c'è chi gli dà dell'omofobo, chi gli augura di avere un figlio «gay o trans cosi vediamo se lo approvi», chi arriva a minacciarlo di morte. Va ricordato che il disegno di legge prevede il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sull'identità di genere, sull'orientamento sessuale, sulla disabilità. Afferma il leghista: «Io rispetto le idee di tutti. E svolgo il mio ruolo in modo imparziale. Chi parla di diritti, prenderà le distanze da chi offende e minaccia?». Attorno al collega fanno quadrato i parlamentari veneti della Lega, capitanati dal deputato Alberto Stefani, che è anche il commissario della Liga Veneta. «Le parole usate sui social contro il senatore Ostellari scrivono in una nota congiunta sono di assoluta gravità. L'odio non è mai il linguaggio della democrazia. Il lessico di un Paese realmente civile non può essere l'hate speech, ma il confronto anche duro e serrato tra le diverse opinioni nel rispetto delle differenze. Le parole contano sempre, nelle sedi istituzionali come pure sui social dove, per taluni, sembra fin troppo semplice esternarle senza filtri. Ci auguriamo che prevalgano la ragione e l'invito al dialogo, ancor più quando si trattano temi delicati e sensibili».
IL CANTANTE
Sull'altro fronte, intanto, torna a schierarsi Fedez, attraverso una storia su Instagram. «Sono stato contattato nei giorni scorsi da Alessandro Zan rivela il cantante che è lo stesso Zan che dà il nome al disegno di legge Zan. Abbiamo pensato insieme una cosa molto carina: io sono veramente felice di mettere a disposizione il mio canale Instagram per fare una diretta insieme a lui, domani (oggi, ndr.) alle 15. Per cercare di affrontare il tema, per parlare, per entrare nel merito, per cercare di creare un sano dibattito civile che è la cosa migliore che possiamo fare su queste piattaforme». In fianco agli ambienti social, comunque, nel frattempo Zan continua a percorrere anche la via istituzionale, dichiarando di contare sull'apporto di Franco Mirabelli, capogruppo del Partito Democratico nella commissione Giustizia di Palazzo Madama: «Sta conducendo la battaglia per l'immediata calendarizzazione della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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