Dal Veneto al Lazio, sulla mappa dei siti che potrebbero ospitare la produzione di vaccini in Italia si potrebbe già tracciare qualche indicazione a matita. Sui nomi il ministero dello sviluppo ha imposto il «massimo riserbo», ma ecco alcune aziende in pole position. A partire da quelle che possiedono un bioreattore. Come la Gsk di Rosia (Siena): ma non è per il vaccino anti-Covid, bensì per quello contro la meningite. È invece per il vaccino anti-Covid il bioreattore della ReiThera di Castel Romano (Roma). Sempre nel Lazio, prima regione italiana per export farmaceutico, ci sono alcune realtà già impegnate nei vaccini Covid, soprattutto nell'infialamento: oltre alla Catalent di Anagni che confeziona per AstraZeneca e in futuro per Johnson & Johnson, la Haupt Pharma di Latina ha avviato un progetto di riconversione di un reparto. Tra le imprese in pista ci potrebbero essere poi la Thermo Fisher Scientific e la Biomedica Foscama di Ferentino, oltre alla Acs Dobfar di Anagni. Altra regione papabile il Veneto: la Fidia di Abano, che non commercializza vaccini, ma li produce in conto terzi per multinazionali, si è già candidata a partecipare alla produzione anti-covid.
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