«Da noi le porte sono aperte» E in aula Salvini sfida il premier

Giovedì 12 Dicembre 2019
IL PERSONAGGIO
ROMA A bombardare Conte, alla Camera ci pensa Giorgia Meloni: «Non ha senso spendere i soldi degli italiani per salvare le banche tedesche. Mi rispondete perché farlo? Trattare in termini di pacchetto, Presidente Conte, chi glielo ha consigliato? Tafazzi?». Il premier Tafazzi nell'attacco di Giorgia. E i 5 stelle «traditori degli italiani» per attaccamento alla poltrona. Sui cambia aula, si cambia centravanti di sfondamento, ed ecco al Senato Matteo Salvini che di fronte a Conte lo mette nel mirino verbale e gli scarica addosso accuse a raffica. E nell'aula partono contestazioni e grida. Il capo leghista elenca i nomi dei 32 professori che si sono espressi contro il Mes e «spero che ora non vengano marchiati con la stella gialla». Un'immagine che si sarebbe potuto evitare. Un dem gli grida «sciacquati la bocca quando parli di tragedie vere», come quella degli ebrei. E lui: «Voi vi riempite la bocca di università e istruzione, salvo contestare chi non la pensa come loro. Bel rispetto della libertà di pensiero». Conte alza gli occhi al cielo. Poi li abbassa, e scambia una battuta con il ministro Amendola che gli siede affianco. Mentre i senatori grillini - quando Salvini dice loro che i 32 prof sono un esempio virtuoso mentre i 5 stelle «hanno scambiato la propria coerenza per una poltrona» - fanno il gesto della preghiera: «Ora pro nobis»: e così sbeffeggiano il cosiddetto Capitano. Il quale, a chi gli fa notare che il riferimento agli ebrei poteva risparmiarselo, replica: «Oggi antisemitismo vuol dire odiare Israele, e se qualcuno qui dentro odia Israele, deve essere allontanato. E quello non sono certo io».
LE OFFERTE
Muso duro ai grillini che lo hanno mollato nella battaglia contro il Mes, ma sorrisoni invitanti ai dissenzienti stellati che sul Mes hanno rotto con il movimento. «Per chi è coerente e persona perbene - dice Salvini - le porte della Lega sono aperte». Fa campagna acquisti il leader della Lega anche se i suoi dicono: «Non ne abbiamo bisogno, vengono tutti a bussare alle porte del nostro partito. Noi ci limitiamo ad aprire in certi casi». E' la mancanza di candidati forti al Sud che spinge Salvini ad aprire le sue porte ai grillini, specie a quelli eletti nei collegi uninominali e quindi dotati, si presume, di una propria forza elettorale. Ancora: «Io non faccio il mercato delle vacche». E questa è la risposta a Di Maio che lo accusa riguardo ai grillini che cambiano casacca. «La politica non è fatta di giravolte e di tradimenti - spiega poi Salvini ad alcuni dei suoi - e se qualcuno vede in qualcun altro linearità di comportamento fa bene ad avvicinarsi. I simili con i simili». Segue altra immagine forte: «500mila cittadini hanno firmato contro il Mes. Che cosa sono, terroristi?». «Ma smettila, ma vattene...», gridano i dem. I grillini ora tacciono e qualcun altro, oltre a quelli già passati sul Carroccio, stanno meditando lo stesso tragitto.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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