Cuneo, il gioielliere spara uccisi due malviventi «Lo avevano già rapinato»

Giovedì 29 Aprile 2021
Cuneo, il gioielliere spara uccisi due malviventi «Lo avevano già rapinato»
L'ASSALTO
Una rapina è finita nel sangue ieri nel tardo pomeriggio in frazione Gallo di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo. Due componenti della banda sono rimasti a terra, uccisi da una raffica di proiettili. Erano circa le 18.30 quando tre persone armate hanno preso di mira - per la seconda volta in pochi anni - la gioielleria Mario Roggero in via Garibaldi, la strada centrale e più trafficata che porta da Alba a Barolo.
IL TERRORE
Scene davvero da far west per la frazione del centro langarolo che ha vissuto attimi di autentico terrore. I carabinieri stanno cercando di far luce sulla sparatoria. Dalle prime indiscrezioni trapelate, gli uomini a terra sarebbero due rapinatori. Il terzo uomo sarebbe invece riuscito a fuggire. I rapinatori sono stati uccisi in strada: uno dei corpi è rimasto in mezzo alla via, l'altro all'angolo con una strada laterale. Sulla sparatoria stanno ora indagando i carabinieri della compagnia di Alba che cercano, con posti di blocco in tutta la provincia, il terzo complice scampato alle pallottole. In queste ore i carabinieri stanno ricostruendo l'accaduto. I residenti hanno raccontato che il primo ad aver aperto il fuoco è stato il titolare dell'attività. I militari dell'Arma stanno ascoltando uno a uno tutti i testimoni della vicenda. In molti hanno udito gli spari e visto subito dopo i corpi riversi sull'asfalto. «Abbiamo sentito sparare quattro o cinque colpi - raccontano i residenti della zona - Quando ci siamo affacciati in strada quelle persone erano già a terra morte». Per agevolare la ricostruzione dei fatti sono stati sequestrati tutti i filmati dell'impianto di video sorveglianza della gioielleria. In quel momento nel negozio c'erano il titolare Mario Roggero, la moglie e la figlia della coppia. Da una prima ricostruzione, pare che i tre banditi abbiano aggredito la donna e puntato le pistole contro i tre componenti della famiglia. Sono seguiti momenti di tensione sfociati in un doppio sparo che ha ferito mortalmente due dei rapinatori. Sul posto è stata ritrovata anche l'auto che sarebbe stata usata dai rapinatori, ma non si esclude che un terzo complice che li attendeva fuori dalla gioielleria sia ora in fuga. Intanto l'amministrazione comunale di Grinzane Cavour ha chiesto di non divulgare foto e video dell'accaduto ma di fornire le immagini ai carabinieri. «Si invitano tutte le persone che hanno filmato o fotografato immagini dell'accaduto in via Garibaldi di non pubblicare o condividere sui social o altrove. Verranno presi provvedimenti in merito dalle forze dell'ordine si richiede collaborazione» si legge in un messaggio del Comune.
IL PRECEDENTE
La gioielleria di via Garibaldi era già stata vittima di una rapina alcuni anni fa, nella mattinata del 22 maggio 2015. Una coppia di nomadi di etnia sinti, marito e moglie, entrambi di 45 anni, erano entrati fingendosi clienti e una volta dentro, armi in pugno, avevano percosso e immobilizzato il titolare e la figlia, legandoli con delle fascette di plastica per cablaggi, per poi fare man bassa di tutti i gioielli, per un valore di circa 300mila euro. Poi erano fuggiti con un'utilitaria rubata. Lui fu colpito ripetutamente con inaudita ferocia al punto da provocargli molte lesioni, tra cui la frattura del setto nasale. L'allarme venne dato dalle ragazze, riuscite a liberarsi. Padre e figlia erano stati portati all'ospedale di Alba: lei con una prognosi di 5 giorni, lui addirittura di un mese. Alcuni mesi dopo, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che avevano ripreso l'auto della fuga, due banditi vennero arrestati dai carabinieri. La banda considerata responsabile di quella rapina e di un'altra tentata alla gioielleria «Paros» a Canelli, nell'Astigiano, fu fermata nel novembre di quell'anno. Proprio questo precedente potrebbe spiegare il particolare stato d'animo del titolare della gioielliera che, secondo diversi testimoni, avrebbe sparato contro i rapinatoti.
Giacomo Nicola
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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