Criminalità e imprese

Venerdì 18 Ottobre 2019
Presidente Marinese, è vero che gli imprenditori veneti denunciano troppo poco?
«È vero che probabilmente denunciano troppo poco e non dovrebbero mettersi in strade senza uscita, ma è altrettanto vero che bisogna anche avere la percezione chiara di quello che è il problema. Il problema è portare gli imprenditori a denunciare o che la criminalità organizzata entri nelle aziende?».
Come possiamo impedirlo?
«Cambiando le nostre regole. Siamo un Paese in cui ci paghiamo male e le aziende vivono di lavoro e di pagamenti. Se uno viene pagato male ha un problema di liquidità e dove ci sono problemi di liquidità, si aprono spiragli per la criminalità».
Come è la situazione?
«Tra il 2008 e il 2019 abbiamo avuto una stretta sul credito rilevante, più di 20 miliardi in meno per le piccole e medie imprese. Poi il sistema giuridico è una tragedia: se uno fa un decreto ingiuntivo per reclamare il pagamento di un credito rischia di stare impelagato 5 anni. Come possiamo pensare di arginare situazioni pericolose quando siamo noi che rendiamo vulnerabile un sistema produttivo? La vulnerabilità arriva da due elementi: i cattivi e mancati pagamenti e la mancanza di liquidità. Ciò porta in un circolo vizioso che per la criminalità organizzata è un elemento di accesso: noi dobbiamo blindare le aziende come blindiamo le porte delle nostre case. Il ladro entra laddove è facile entrare, tant'è vero che l'indagine è partita da una società di factoring, società che compra le fatture e recupera i crediti».
E quindi, che fare?
«Ci vuole una buona legge sui pagamenti che comprenda la banca dati del cattivo pagatore e una procedura snella per i decreti ingiuntivi. Inoltre, utilizzare la cessione del credito come strumento contrattuale obbligatorio. Io vado dal mio cliente, firmo il contratto, cedo il credito a un intermediario finanziario e incasso. Questo porterebbe grandi vantaggi perché le aziende migliorerebbero anche il loro rating aumentando gli incassi e riducendo i crediti. Mi fa arrabbiare che tutto questo non costa niente allo Stato».
Il sistema finanziario sarebbe pronto alla svolta?
«Avrebbe soltanto vantaggi, visto che la banca, per scontare una fattura, deve accantonare un importo quasi uguale. Quanto alla cessione del credito, la banca non sconta la fattura ma il factoring, elemento con un rischio minore. Serve anche una stretta alle leggi sul concordato, perché una semplice domanda congela i crediti per sei mesi. E i decreti ingiuntivi devono essere liquidati entro un anno».
Perché allora non viene fatto nulla?
Perché c'è la volontà di non ascoltare. Quando ho denunciato queste cose di fronte a un sottosegretario mi è stato risposto Interessante, valuteremo. È passato un anno e mezzo».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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