Controlli nella zona rossa traffico ferroviario in tilt

Martedì 25 Febbraio 2020
IL CASO
ROMA Era una delle poche persone, all'interno della zona rossa, autorizzate a recarsi al suo posto di lavoro: la stazione di Casalpusterlengo. Da venerdì lì i treni non si fermano più, ma ci passano. E tanti. Anche quelli dell'Alta Velocità che hanno dovuto deviare il percorso dopo il tragico incidente di Ospedaletto lodigiano di inizio febbraio. Il capostazione ieri mattina era lì, al suo posto. Ben conscio dell'importanza del suo controllo di quel tratto di linea. Ad un tratto ha avuto un malore. Forse semplice stress, o forse qualcosa legata al coronavirus. Gli accertamenti clinici sono in corso. Da quel momento però per chi viaggiava in treno sul tratto Milano-Bologna è iniziato l'incubo: linea deviata su Verona/Padova, e conseguenti ritardi anche di cinque ore.
Il fatto è che, nell'incertezza delle cause del malore del capostazione, non si è potuto mandare nessun sostituto. E probabilmente nessuno sarebbe stato disponibile. Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria, ha dovuto così mettere in atto tutte le procedure di sanificazione della stazione di Casalpusterlengo. Procedure lunghe, raccontano. Perché il virus (se questo dovesse essere il motivo del malore) resiste sulle superfici, quindi bisogna disinfettarle in ogni piccolo angolo. Solo a notte fonda i locali della stazione di Casalpusterlengo saranno riaperti. E così anche quel tratto ferroviario.
LA BONIFICA
Ma la vicenda comporterà ritardi anche per chi viaggia oggi tra Milano e Piacenza. «In via precauzionale» e «considerata la possibilità del verificarsi di analoghe esigenze di controlli sanitari», annuncia un comunicato della stessa Rfi. Non escludendo quindi la possibilità che altre sanificazioni, di altre stazioni sul percorso della zona rossa, siano necessarie.
La decisione di far funzionare anche oggi la linea a scartamento ridotto ha scatenato l'ira non solo dei passeggeri, ma anche di Ntv (Italo). In una nota la società ci va giù dura: «La decisione di Rfi di ridurre, in via precauzionale, l'offerta di servizi di trasporto, arreca un grave danno ai cittadini e ai passeggeri, in una situazione già gravemente impattata dagli effetti della chiusura dell'alta velocità in seguito all'incidente del 6 febbraio. Con questa scelta precauzionale si arrecano danni certi a tutti a fronte di rischi ipotetici». Secondo la società «in un momento come questo bisogna garantire la regolarità dei servizi di pubblica utilità e Italo è pronta, pur essendo privata, a fare la sua parte e le viene impedito da scelte prese da altri che non le permettono di svolgere il proprio ruolo. Sarebbe invece fondamentale conoscere quando sarà riattivata integralmente l'alta velocità al fine di consentire un servizio regolare per i cittadini». Poco dopo la replica di Rfi che parla di affermazioni che «destano estremo stupore» e di «ingiustificato attacco» visto che la decisione era stata presa dopo una riunione congiunta. Chiarito ciò, Rfi annuncia che «andando incontro» alle richieste di Italo-Ntv «ha risposto positivamente alla richiesta di confermare l'intera offerta prevista per domani (oggi, ndr)». Italo quindi dovrebbe viaggiare senza problemi.
IL CAOS
Per molti viaggiatori ieri la giornata è stata un vero caos. La maggior parte ha appreso del possibile ritardo quando era già sul treno. Tra l'altro senza che venisse fornita loro una spiegazione convincente. Solo in tarda mattinata Rfi ha poi comunicato la sospensione del traffico su quella linea a partire dalle 13,30: «I treni a media e lunga percorrenza della linea AV Torino-Milano-Roma-Salerno sono cancellati o deviati di percorso via Verona/Padova, con allungamenti dei tempi di viaggio dovuti ai protocolli di sicurezza da seguire in caso di cambio improvviso di itinerario. I treni regionali sulle linee Milano-Bologna e Bologna -Poggio Rusco sono stati cancellati o limitati. Attivati servizi sostitutivi con autobus fra Lodi e Piacenza e fra Bologna e Poggio Rusco». Chi era già sul treno ha protestato, ma ormai non ha potuto far altro che sperare di arrivare a destinazione, prima o poi. A conti fatti è andata meglio a chi ha scoperto dei ritardi prima di salire sul convoglio e ha rinunciato. Per tutti è previsto il rimborso del biglietto.
Giusy Franzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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