Conto omofobo alla coppia gay Il cameriere perde il posto

Domenica 22 Luglio 2018
IL CASO
ROMA Avevano scelto quel locale per il loro primo appuntamento. Una locanda, arredata con gusto e dalle ottime recensioni che, aperta da 4 anni si nasconde dietro la Basilica di San Giovanni in Laterano. Erano emozionati, come l'occasione richiedeva, due giovani ragazzi di appena 21 anni. Seduti uno di fronte all'altro, con la voglia di conoscersi meglio e il desiderio di non deludere l'altro. L'euforia del primo incontro e il timore di non sbagliare un gesto, una frase, un'espressione. In un attimo però la loro serata è stata sconvolta dal gesto omofobo del cameriere che li aveva serviti.
LA DINAMICA
La coppia di giovani ordina degli antipasti e dei primi specificando al ragazzo, che prende la comanda, di preferire il parmigiano al pecorino su una porzione di carbonara. Al momento di pagare il conto, ecco che sullo scontrino insieme alle voci dei piatti consumati i due giovani leggono: «No pecorino sì froc..». Sgranano gli occhi, non riescono proprio a credere di essere vittime di un gesto chiaramente discriminatorio. Chiedono spiegazioni e il cameriere non riesce a darle, parla di un generico problema al pc, non si scusa. La vicenda esplode a distanza di 24 ore, a denunciarla è il portavoce del gay center di Roma, Fabrizio Marrazzo: «Non è accettabile che una coppia gay non possa andare in un ristorante nel centro della Capitale senza venire offesa e vedersi rovinare la serata». La notizia fa il giro dei social. Intervengono le associazioni Lgbt che chiedono al Comune di revocare la licenza al ristorante, ricordando un episodio analogo, avvenuto nel 2012 sempre nella Capitale, quando ad un locale fu sospeso l'esercizio per aver esposto un cartello con una scritta omofoba. Dal Campidoglio la sindaca, Virginia Raggi, parla di «gesto gravissimo» mentre l'assessore alle Attività produttive, Carlo Cafarotti, annuncia «opportune verifiche», ricordando come «per i ristoratori, albergatori, tassisti, il Comune ha istituito corsi formativi incentrati sul galateo dell'accoglienza». Perché, in questo, l'amministrazione comunale ci tiene a sottolineare: «Roma è e rimarrà capitale dell'inclusione e dell'accoglienza». Tutta la città si stringe intorno ai due ragazzi. La solidarietà arriva a pioggia anche sui principali social network, tanto che la vicenda diventa trend topic su Twitter mentre il ristorante, La locanda dei Rigatoni, vede con il passare delle ore scendere il proprio punteggio da 4,5 a 1,5 su Facebook.
IL RISTORANTE
I gestori del locale non restano in silenzio, si scusano per quanto accaduto e prendono categoricamente le distanze dal cameriere. «Siamo mortificati spiega Moira De Luca, la responsabile del ristorante ci dissociamo totalmente dall'atteggiamento omofobo del cameriere contro il quale abbiamo preso provvedimenti già prima che la vicenda diventasse pubblica». Il giovane è stato licenziato in tronco: secondo i gestori «non rientrava nell'organico del locale, giovedì scorso era alla sua prima serata di servizio». La De Luca insiste: «Lo avevamo chiamato in supporto per le sere del giovedì e del venerdì ma dopo quello che è successo, la sera stessa dell'accaduto lo abbiamo congedato e ci riserviamo ora di procedere legalmente per danni d'immagine al locale». E ancora: «Lavoro nella ristorazione da oltre 20 anni, ho organizzato proprio in questo locale delle cene per coppie gay dopo che si erano unite civilmente, siamo parte lesa, vittime insieme a quei due giovani». Il cameriere era stato presentato alla direzione del ristorante «da un ex dipendente ripercorre ancora la De Luca che era rimasto con noi in buoni rapporti». Quella sera lei stessa ha affrontato la situazione: «Mi sono resa conto che qualcosa non andava nel momento esatto in cui il ragazzo ha portato alla coppia il conto, mi sono avvicinata e quando ho visto lo scontrino non riuscivo a crederci, ho preteso spiegazioni e alla chiusura del locale ho licenziato il cameriere dicendogli di non ripresentarsi il giorno seguente». La direzione si è scusata anche con la coppia gay. «Mi sentivo terribilmente mortificata, gli abbiamo offerto, ed era il minimo, la cena. Ho garantito loro che fatti analoghi non erano mai accaduti».
LA SPIEGAZIONE
Ma come è potuto uscire quello scontrino? «Le ordinazioni ai tavoli spiega ancora la De Luca sono tutte elettroniche. Il cameriere di turno ha un mini tablet dove registra le comande e aggiunge eventuali modifiche che vengono poi salvate e vengono stampate nel momento del conto se non si interviene. Il cameriere ha deliberatamente scritto quella frase offensiva senza poi cancellarla e lui stesso ha stampato e portato lo scontrino ai ragazzi». Disarmante la giustificazione che proprio il cameriere ha dato alla direzione. «L'unica cosa che ci ha saputo dire era che stava giocando, un comportamento inaccettabile di fronte al quale, torno a ripeterlo, ci dissociamo con tutte le forze».
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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