Conte piega i 5Stelle ma la maggioranza lo mette sotto processo

Giovedì 16 Luglio 2020
IL RETROSCENA
ROMA Lo Stato si ricompra Autostrade, senza sapere ancora bene il prezzo, e nella maggioranza si brinda dopo una notte di duelli che neppure i cornetti ordinati all'alba dal ministro Spadafora sono riusciti ad addolcire. Quando il sole sorge su palazzo Chigi e lo scambio di lettere con gli emissari dei Benetton si è concluso, il primo a dirsi soddisfatto e il solitamente poco loquace ministro Dario Franceschini: «Risultato impensabile sino a qualche ora fa». Eh già, perché Conte in consiglio dei ministri era arrivato issando ancora la bandiera della revoca che gli è valsa un grande successo nel Movimento.
I NERVI
L'azzardo non è servito tanto per piegare Autostrade, quanto per battere il concorrente Luigi Di Maio nella pur faticosa gestione della galassia 5S. Nella battaglia tra i due su chi sarà un giorno a riprendere in mano lo scettro, o i voti, del M5S, la sfida su Autostrade precede quella del Mes e dei piani del Recovery fund. Il ministro degli Esteri, nella lunga notte della trattativa, ha marcato stretto Conte continuando a chiedersi quando sarebbe stato costretto ad abbassare l'asticella. Per due ore Conte e Gualtieri hanno discusso nella stanza a fianco, mentre la ministra Bellanova si spazientiva e il ministro Guerini chiedeva conto delle prime pagine dei giornali vicini al M5S, ricchi di accuse contro il Pd, che nel frattempo erano cominciati ad uscire. Conte ieri mattina ha rivendicato l'accordo, «inedito nella storia» e di aver ricondotto alla ragione un altro dossier» e i 5S ai quali aveva promesso «la revoca o l'uscita dei Benetton senza sganciare un euro».
Peccato che tra i dem c'è chi nota come nell'operazione Conte non abbia esitato a mettere sulla graticola un paio di ministri Pd. Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, alla fine se l'è cavata portando nella riunione l'ultima mediazione con Aspi, poi ritoccata e sottoscritta. Peggio va alla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli additata nei giorni scorsi da palazzo Chigi come una sorta di amica dei Benetton e subito dopo entrata, e ancora non uscita, nel tritacarne delle dichiarazione al vetriolo di Barbara Lezzi e Danilo Toninelli. Anche se Franceschini, in qualità di capodelegazione del Pd, ha fatto scudo sui due colleghi dem, la De Micheli - per colpa della ormai famosa lettera - continua ad essere inserita da palazzo Chigi in quell'ipotetico rimpasto che Conte vorrebbe fare a settembre. Un rimaneggiamento della squadra di governo, da farsi dopo le regionali, malgrado l'estrema leggerezza della maggioranza che non riesce a trovare un'intesa neppure sulle presidenze delle commissioni.
Ma se il Pd fa quadrato in difesa dei suoi ministri e attende ora al varco il premier sul Mes e sul pacchetto di riforme da presentare in Europa, non meglio vanno i rapporti del presidente del Consiglio con il Movimento. Ieri mattina Conte, prima di esporsi sull'intesa con Aspi, ha atteso la dichiarazione del reggente M5S Vito Crimi: «Risultato straordinario grazie all'incrollabile determinazione del M5S». A seguire una serie di dichiarazioni dei ministri, compresa quella di Di Maio che celebra il risultato notturno, ma continua nella sorda battaglia contro Conte che vorrebbe mettere le mani sul Movimento o sui suoi voti. La bozza di accordo con i Benetton viene celebrata dal M5S senza che ne siano conosciuti i contenuti e Conte, da buon avvocato, sa quanto contino le sfumature.
L'operazione mediatica, iniziata con il cdm in notturna, per ora funziona e permette al premier di mettere in fuga i nemici continuando ad oscillare tra la sponda dem e quella del M5S, non disdegnando neppure quella renziana.
Ciò che rende stonata la narrazione di palazzo Chigi sulla vicenda Autostrade, e fa sorgere qualche dubbio anche in area grillina, lo sottolinea Maria Stella Gelmini: «Atlantia festeggia in borsa». Ma Conte ha già fatto la sua mossa rimettendo nelle mani di Gualtieri e De Micheli la stesura dell'intesa, virgola per virgola. Cancellata l'ipotesi della revoca, concretamente mai esistita, si torna quindi a trattare con i Benetton e stavolta - a giudicare dall'entusiasmo in Borsa, il tempo gioca a favore di Ponzano Veneto.
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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