Conte: ipotesi di taglio Iva e scostamento di bilancio

Lunedì 22 Giugno 2020
LA GIORNATA
ROMA Il taglio del cuneo fiscale a luglio, l'ipotesi di sforbiciare l'Iva e un probabile nuovo scostamento di bilancio. Sono questi, oltre alla conferma del gelo con Confidustria, i piatti forti del menu servito da Giuseppe Conte in chiusura degli Stati generali.
Il premier, con alle spalle il Casino del Bel Respiro di Villa Pamphili, traccia anche un bilancio politico: «Qui non c'è stata alcuna passerella come qualcuno aveva ironizzato, qui ha sfilato un Paese intero, abbiamo avuto 82 incontri, rivelando tanto entusiasmo, tanta energia e voglia di reagire per reinventare e rilanciare il Paese. Questo dialogo ci rafforza, rafforza me e tutti i ministri. Ci rafforza negli obiettivi, nelle linee di intervento per un Paese più moderno, sostenibile, inclusivo, verde».
Conte, insomma, si mostra sicuro di sé. Talmente sicuro da parlare, quando gli viene chiesto delle tensioni dentro la maggioranza, di un orizzonte «fine legislatura». Fino al 2023. «Perché alcune misure hanno un orizzonte pluriennale. Non si può fare tutto in qualche settimana o mese». E questo perché il premier è certo di poter portare a casa i 172 miliardi del recovery plan Ue ed è dunque convinto che sarà il suo governo «a metterlo a terra, a renderlo operativo».
SPONDA AL PD E CAREZZA A FI
Con un approccio insolitamente politico, Conte poi rinsalda l'asse con il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, la cui leadership negli ultimi giorni è stata messa in discussione da Giorgio Gori: «Sono assolutamente fiducioso, lavoriamo in un clima produttivo e positivo. Che ci sia stata qualche fibrillazione ci sta, avviene in tutte le famiglie. Nel Pd trovo una forza consapevole del momento che stiamo attraversando, Zingaretti è un segretario che ha le idee molto chiare ogni volta che abbiamo un confronto».
Altro passaggio è dedicato a Forza Italia. Con i numeri in bilico in Senato e con il rischio che serva il soccorso di Silvio Berlusconi per approvare il Fondo salva Stati (Mes), Conte apre ai forzisti proponendo (ma già c'è il niet della Lega) incontri separati con le opposizioni: «Per evitare confusione e passerelle credo potremo avere maggiore tranquillità in un incontro con ciascuna forza» del centrodestra. «Confido di farlo questa settimana. Forza Italia sembrerebbe predisporsi ad un confronto più dialogico, spero ci sia un confronto improntato alla franchezza anche con Lega e Fdi».
La stessa franchezza riservata a Confindustria, con la quale il gelo non accenna a sciogliersi. Anzi: «Abbiamo chiesto agli industriali di farci arrivare le loro proposte, ma il governo deve farsi carico degli interessi di tutto il Paese. È normale che si punti su alcune misure su cui Confindustria possa non convergere o essere meno interessata, ma noi abbiamo una responsabilità ad ampio raggio».
Conte lancia inoltre l'idea di sforbiciare l'Iva, apprezzata dai 5Stelle: «E' una delle ipotesi che abbiamo discusso, ma non abbiamo deciso anche perché è una misura costosa. C'è però preoccupazione sul fatto che non sia ripartito appieno quel clima di fiducia che fa innescare il circuito dei consumi. È una misura allo studio, questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere».
Al ministero dell'Economia però frenano. Roberto Gualtieri ha riservatamente già messo a verbale le sue perplessità: «È un intervento molto costoso, va fatta una valutazione attenta». E al Tesoro danno adesso un ulteriore colpo di freno: «È solo un'ipotesi che ci è stata soltanto prospettata». «Si tratta di un'operazione decisamente complessa», spiega il viceministro dem all'Economia Antonio Misiani, «ogni punto in meno dell'aliquota ordinaria del 22% costa 4,5 miliardi all'anno e 3,1% ogni punto dell'aliquota ridotta del 10%, perciò se si vuole fare un intervento percettibile, significativa e realmente in grado di produrre effetti, si dovrebbe investire una quantità molto ingente di risorse. Piuttosto che sforbiciare questa imposta», aggiunge Misiani, «lavorerei al taglio del cuneo fiscale». Sulla stessa linea, per una volta, c'è Italia Viva. Luigi Marattin, vicecapogruppo alla Camera e mente economica di Matteo Renzi, boccia al pari dei ministri del Pd la proposta lanciata da Conte e dai 5Stelle: «Ci sono risorse per fare un solo grande intervento fiscale: Irap, Irpef o Iva. Tutti e tre non è possibile. La nostra opinione è che occorra intervenire sul lavoro, tagliando il cuneo fiscale con la riforma dell'Irpef, in quanto in questo Paese il lavoro è tassato troppo».
Poi, dopo aver garantito il decreto semplificazioni al prossimo Consiglio dei ministri «in settimana» ed essere tornato a definire «inaccettabile» la proposta di Autostrade per l'Italia («ci avviamo verso una soluzione obbligata, nei prossimi giorni adotteremo una soluzione chiara»), il premier lancia il voucher «da 500 euro per 3 anni» per le donne che aspirano a diventare manager, il piano per la lotta ai pagamenti in nero con l'uso della moneta elettronica e i «distretti industriali per l'economia circolare».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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