Conte a caccia di un'intesa: il 2% per convincere Juncker

Lunedì 10 Dicembre 2018
Conte a caccia di un'intesa: il 2% per convincere Juncker
IL RETROSCENA
ROMA Le tabelle di Ragioneria ed Inps sono pronte e arrivate a Palazzo Chigi. I tecnici hanno completato il loro lavoro e oggi tocca «alla politica decidere», come ricorda il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Al vertice di oggi si confronteranno di fatto tre linee. Quella del ministro Tria che riporta la trattativa condotta con la Commissione per un rapporto deficit/Pil all'1,9%, quella del presidente del Consiglio Conte che è convinto di riuscire a strappare il 2%, e la posizione del 2,2% che i due vicepremier hanno ribadito la scorsa settimana nel corso dell'ultimo summit di maggioranza e che servirebbe per difendere quanto più possibile le due riforme - Reddito e Quota 100 - care a M5S e Lega.
LE MISURE
La novità delle ultime quarantottore potrebbe però essere la posizione più morbida e «responsabile» della Lega di Salvini e Giorgetti sottolineata sia sabato in Piazza del Popolo che ieri in tv durante l'intervista del ministro a in Mezz'ora. I risparmi sulle due misure di bandiera, Reddito e pensioni, ammontano, per ora, a meno di 3,5 miliardi, ma a sopportare il carico maggiore di tagli è Quota 100. Anche se la riforma delle pensioni sconta a Bruxelles maggiore ostilità del Reddito, il risparmio - rispetto alla serata del balcone - ammonta a 2,5 miliardi, mentre meno di un miliardo è il taglio che ha subito il Reddito. E' su questo fronte che, secondo quanto raccontavano ieri fonti leghiste, occorre intervenire per permettere a Conte di poter dimostrare mercoledì a Juncker di aver fatto il massimo dello sforzo pur non rientrando dello 0,1% nei parametri della Commissione.
Ed infatti Salvini si rifiuta di pensare che «per uno zerovirgola Bruxelles» voglia davvero avviare la procedura, con tanto di sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro ammazza-crescita». Non solo. Gli incontri di ieri di Salvini con gli industriali, il faccia a faccia che Conte avrà oggi con i sindacati e la riunione convocata da Di Maio domani con le piccole e medie imprese, confermano l'intenzione del governo di raddrizzare la manovra anche sul fronte degli investimenti dopo essere intervenuti dal lato della spesa corrente. Una scelta, questa, sollecitata più volte dalla Commissione Ue, che potrebbe rendere più potabile la manovra insieme anche perché le due misure di spesa - Reddito e Quota 100 - avranno un carattere temporale e legato alla cifra messa a disposizione anno per anno.
Non solo Quota 100 è triennale perché nel 2022 dovrebbe cambiare diventando Quota 41, ma anche il Reddito diventerebbe più legato all'effettiva ricerca di un lavoro con una serie di paletti che ne condizionano pesantemente l'erogazione. Servirà tutta la «inesauribile capacità di mediazione», che il premier Conte si attribuisce nell'intervista rilasciata al direttore del Tg2 Sangiuliano, per trovare un'intesa nel vertice di oggi. Conte, che dice di essersi tarato «per cinque anni e poi via», dovrà però faticare non poco per avvicinare le posizioni anche su altre questioni. A cominciare dalle cosiddette pensioni d'oro che, conti alla mano, in Italia sono trenta oltre i cinquecento mila euro, ma che il M5S intende tagliare anche nella fascia che va dai 90 ai 150 mila euro. Per Salvini la soglia è sopra i 5 mila euro, mentre il M5S la vorrebbe a 4500. Il taglio oltre a fornire cifre modeste all'erario, rischia però di essere sottoposto ad una fitta serie di ricorsi specie da parte di coloro che hanno versato i contributi per avere pensioni di un certo livello.
LA SOSTANZA
In buona sostanza la manovra sarà riscritta da capo nel tentativo di convincere Bruxelles sia attraverso il taglio che subirà il 2,4% sia sul fronte degli investimenti ma anche nel tentativo di spostare nel capitolo circostanze eccezionali - e quindi fuori dai parametri - una serie di interventi sul fronte del dissesto idrogeologico, del terremoto e del ponte di Genova.
Ammesso che passi la linea di mediazione che proporrà Conte, resta da vedere se tutto ciò eviterà la procedura d'infrazione o, quantomeno, sarà in grado di sposare dal 22 gennaio all'Ecofin di luglio - e quindi dopo le elezioni europee - le raccomandazioni che la Commissione proporrà all'Italia per aggiustare i conti pubblici.
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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