Conferenza delle Regioni Fedriga nuovo presidente «Uniti per uscire dal tunnel»

Sabato 10 Aprile 2021
L'ELEZIONE
TRIESTE Le Regioni d'Italia rappresentate da un presidente di Regione a statuto speciale: in un'epoca in cui il regionalismo subisce bordate pesanti quasi quotidiane e la specialità finisce spesso in un critico cono d'ombra, le venti Regioni ieri sera all'unanimità hanno affidato il vertice della Conferenza a Massimiliano Fedriga, dal 2018 governatore del Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente Michele Emiliano (Puglia). Un risultato guardato con interesse a Nordest, per i molti sviluppi futuri che una simile scelta potrebbe portare con sé sulle molte e complesse partite aperte, oltre a quelle del Covid: dai patti finanziari con lo Stato al rapporto con il fondo sanitario statale, specie per una regione come il Friuli Venezia Giulia che, dagli anni Novanta, si paga il sistema sanitario da sé impegnando ormai oltre il 60% del proprio bilancio. «Il mio impegno sarà quello di trovare una unità d'intenti e una sintesi costruttiva tra tutti i componenti delle assise da un lato e il Governo dall'altro superando gli steccati degli schieramenti», ha programmaticamente affermato Fedriga subito dopo l'elezione.
IL CENTRODESTRA
«Soprattutto in questo momento di difficoltà che stiamo ancora attraversando ha aggiunto -, diventa di fondamentale importanza trovare una linea comune che permetta al sistema Paese di uscire dall'emergenza sanitaria e di affrontare, nel migliore dei modi, le sfide future che avremo davanti a noi». Fedriga, leghista, succede al presidente dem dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in carica dal 2015. Un passaggio di mano che coincide con un passaggio di campo, da un esponente di centrosinistra a uno di centrodestra, espressione della maggioranza delle Regioni che vestono quella maglia: attualmente 14 su 20. Il veneto Luca Zaia ha smentito le voci su una candidatura alternativa: «Sono il primo sostenitore di Fedriga e non sono minimamente interessato a quella carica. Penso che Massimiliano sarà un buon successore di Bonaccini, che ringrazio perché abbiamo lavorato in squadra al di là delle connotazioni politiche». La presidenza di Fedriga è maturata in questi mesi per il ruolo di coordinamento delle Regioni di centrodestra. «Un bel momento per le espressioni di assoluta stima e affettuoso saluto formulate al presidente uscente e al successore», riassumono ambienti vicini alla presidenza della Regione.
IL PESO
Conosciuta più dagli addetti ai lavori, la Conferenza delle Regioni è diventata un attore in prima linea durante la pandemia da Covid, per l'interlocuzione costante con il Governo e la generale compattezza che le Regioni hanno tenuto tra di loro all'interno dell'organismo. Un peso che potrebbe non venir meno passata l'emergenza economico-sanitaria. Non solo perché la connessione e cooperazione con i territori sarà indispensabile per far decollare il Piano di resistenza e resilienza e far fruttare da qui al 2026 i miliardi in arrivo dall'Europa. Proprio Fedriga, infatti, è un aperto sostenitore dell'idea di dare dignità costituzionale alla Conferenza, per rafforzare il sistema di codecisione tra lo Stato e i territori.
Ringraziando i predecessori Bonaccini e Giovanni Toti «per il grande lavoro che hanno svolto durante il loro mandato», Fedriga ha del resto guardato avanti proprio nel segno di una rafforzamento del ruolo regionale: «Ora più che mai è necessario marciare uniti lungo il solco tracciato da chi ci ha preceduto ha detto rimarcando il ruolo della Conferenza quale luogo di sintesi delle istanze delle Regioni in una dialettica propositiva e volta a dare il proprio fattivo contributo per la crescita dell'intero Paese».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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