«Con questo andamento epidemico fare tamponi a tutti non ha più rilevanza.

Venerdì 12 Giugno 2020
«Con questo andamento epidemico fare tamponi a tutti non ha più rilevanza. In Veneto ormai siamo ad una decrescita del virus che tende allo zero, quindi non c'è l'esigenza di procedere con tamponi a tappeto». Il virologo Giorgio Palù docente emerito all'Università di Padova, già presidente delle Società italiana ed europea di Virologia, giudica inutile in questa fase la polemica sollevata dai dati della Fondazione Gimbe che evidenziano una riduzione del numero di tamponi del 12,6 per cento a livello nazionale. Eppure ancora ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, nell'informativa presentata a Camera e Senato, invitava a tenere alto il numero dei tamponi per individuare precocemente i soggetti positivi al SarsCov2 e contenere nuovi eventuali focolai.
Professore, ci spiega perché ritiene i tamponi non fondamentali in questa fase?
«In Veneto sono stati eseguiti oltre 780mila tamponi, vuol dire che è stato fatto a un residente ogni cinque, una cifra molto alta. Non scordiamo che il Veneto su questo è un modello. In questo momento siamo però di fronte a meno di un positivo su mille. Quindi dire che ci sono meno contagiati perché si fanno meno tamponi in termini biologici non ha senso. Sarebbe inutile in questa fase procedere con diagnosi a tappeto, dobbiamo invece fare una diagnosi selettiva».
In che senso?
«I tamponi ora vanno effettuati e hanno rilevanza quando si riscontra un nuovo positivo. In questo caso bisogna fare i tamponi ai contatti primari, secondari e terziari della persona che ha contratto il virus, per evitare che si diffonda e dia origine a nuovi focolai. Adesso sarebbe invece fondamentale capire quanto il virus è circolato».
Che fare per capire quanto il Coronavirus si è diffuso?
«Lo si può fare attraverso i test sierologici che ci consentono di comprendere quanto il virus sia circolato e quanta immunità esista. Questo è fondamentale per prevedere cosa succederà. Non bisogna poi scordare che il tampone è un test fallace».
Cosa intende quando dice che il tampone è fallace?
«È un'analisi che fotografa un momento, questo non significa che il giorno dopo la persona risultata negativa diventi positiva. Non scordiamo poi che dipende da molti fattori: da chi fa l'esame, da quando riesce ad andare in profondità con i prelievi e dalla carica virale presente nella persona. Quindi il tampone è soggetto a numerose variabili, ma rimane un fondamentale rinforzo diagnostico».
Va fatto, quindi, solo di fronte a nuovi casi?
«Se c'è rischio contagio va eseguito immediatamente. I tamponi sono sempre stati fatti per fare diagnosi, non li abbiamo inventati ora. Quindi di fronte a nuovi casi positivi si interviene subito. Non possiamo permetterci che il virus riparta».
Intende che non possiamo fare un secondo lockdown?
«Un secondo lockdown sarebbe nefasto per l'Italia. Significa far fallire il paese. Eppure pare che da tutto questo non si sia imparato nulla, siamo ancora un Paese soffocato dalla burocrazia, basti pensare che un Dpcm è composto da 150 pagine più tutti i rinvii, siamo la saga della burocrazia».
Secondo lei ritornerà un contagio in autunno?
«Gli statistici dicono di sì, però va detto che finora non hanno azzeccato molto le previsioni. Avevano previsto 151mila pazienti nelle terapie intensive e dieci milioni di persone positive. Il presidente del Veneto Luca Zaia era terrorizzato che i nostri posti letto in terapia intensiva non bastassero. Cosa che non si è verificata, solo in Lombardia la situazione è andata fuori controllo. Non credo comunque che il virus si estingua».
Quindi non si sta estinguendo?
«Non posso dirlo, ma un virus che si è diffuso in questo modo tende a rimanere nel serbatoio umano e invece di estinguersi torna con la stagionalità. Penso poi alle altre pandemie del passato: la Spagnola, l'Asiatica e la Hong Kong».
Come si sono comportate?
Sono arrivate in primavera, sono sparite d'estate e sono tornate a circolare in autunno. Comunque in generale i Coronavirus da raffreddore non spariscono e tornano ogni autunno».
Raffaella Ianuale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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