Con la stretta addio a 80mila posti di lavoro Gli esercenti: caos nella grande distribuzione

Giovedì 14 Febbraio 2019
IL CASO
MILANO Gli esperti del settore dipingono scenari foschi. «È una proposta indecente, che creerà di fatto il caos nel settore della distribuzione commerciale, producendo disuguaglianze e difformità tra i diversi territori ed esercizi», prevede Sergio Imolesi, segretario generale di Ancd Conad. La proposta di legge sulle chiusure domenicali delle attività commerciali depositata in commissione Attività produttive della Camera agita la grande distribuzione e rischia trasformarsi in una mannaia per l'occupazione.
SINDACI CONTRO
«I consumi domenicali corrispondono al 18% del fatturato dei centri commerciali. Con la proposta di legge sulla chiusura dei negozi, depositata in commissione alla Camera da 5 Stelle e Lega, sono a rischio 40 mila posti di lavoro, e lo ritengo un numero anche sottostimato», avverte il presidente del Consiglio nazionale centri commerciali, Massimo Moretti. Il testo base della proposta di legge prevede che le saracinesche delle attività commerciali restino alzate non più di 26 domeniche all'anno (su 52 totali) e quattro giorni festivi. Queste le direttive, toccherà poi alle Regioni decidere come muoversi ma sono già quattordici le città metropolitane che hanno richiesto una deroga per sforare il tetto massimo. Dopo l'affondo del sindaco di Milano Giuseppe Sala contro il vicepremier Luigi Di Maio - «Pensasse alle grandi questioni politiche, non a rompere le scatole a noi che abbiamo un modello che funziona e nove milioni di turisti» - al movimento negozi aperti si sono prontamente aggiunte Roma, Napoli e Firenze, Torino, Venezia e Bologna, Liguria, Sicilia e Sardegna. Gli acquisti festivi sono ormai un'abitudine consolidata, nella grande distribuzione la domenica è il secondo giorno della settimana per ingressi e fatturato: rappresenta il 17% nei punti vendita alimentari e il 22% in tutti gli altri.
BATTUTA D'ARRESTO
Per Confimprese, con il decreto il settore perderà almeno 80 mila posti di lavoro. In Italia la grande distribuzione fattura 83 miliardi di euro, pari a circa il 5% del Pil, ha 450 mila occupati con un'incidenza dei lavoratori a tempo indeterminato tra l'85 e il 90% e del personale femminile del 50%. Non è prerogativa unica del comparto, naturalmente, timbrare il cartellino nei giorni festivi. Secondo le stime della Cgia, la confederazione degli artigiani di Mestre, lavorano di domenica ben 4,7 milioni di persone. I dipendenti del commercio sono 580 mila, cui si aggiungono i 700 mila addetti di bar, ristorazione e hotel, 200 mila nei trasporti, 680 mila tra medici e infermieri e 330 mila dipendenti pubblici, molti delle forze dell'ordine. «Se approvata, questa legge rappresenterebbe una pesante battuta d'arresto per un comparto produttivo vitale per il Paese, mettendo in difficoltà tanto le grandi catene quanto i piccoli commercianti, che il più delle volte, per esempio, gestiscono i negozi in franchising dei grandi centri commerciali. È per questa ragione che chiediamo di intervenire subito sul testo», afferma Imolesi. Con le aperture domenicali e festive, nelle aziende aderenti a Federdistribuzione sono stati creati 4.200 posti di lavoro e distribuiti 400 milioni di euro di stipendi addizionali. Per il lavoro domenicale e festivo il contratto nazionale della grande distribuzione prevede maggiorazioni salariali del 30%, più ulteriori aumenti in busta paga previsti dai contratti integrativi.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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