Con l'apporto dei gruppi minori numeri blindati alle Camere

Giovedì 22 Agosto 2019
IL FOCUS
ROMA Una maggioranza M5S-Pd, se mai nascerà, potrebbe contare su numeri larghi sia alla Camera che al Senato. I due partiti sarebbero autosufficienti a Montecitorio e, da soli, sfiorerebbero la maggioranza degli eletti a Palazzo Madama. Però con l'appoggio di gruppi minori e di buona parte dei componenti dei due gruppi Misti, l'ancora ipotetico asse Di Maio-Zingaretti potrebbe contare su numeri piuttosto larghi, tali da assicurare una vita parlamentare abbastanza agevole ad un nuovo governo.
In queste ore il pallottoliere conta moltissimo perché le delegazioni che attraversano il portone del Quirinale oltre a progetti politici e relativi nomi portano con sé numeri precisi da consegnare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E dunque, con il trascorrere delle ore, ieri si sono formati numeri più consistenti del previsto a favore di una nuova maggioranza politica da costruire intorno ai cinque punti presentati dal Pd. In serata i guru dei diversi partiti concordavano nel collocare la nuova maggioranza a quota 355 si alla Camera, dove ne basterebbero 316, e a quota 178 al Senato, dove ne servirebbero 161.
Come si arriva a questi numeri? Alla Camera il gruppo parlamentare pentastellato conta su 216 onorevoli che vanno sommati ai 111 del Pd. Fanno 327. Cui vanno aggiunti almeno altri 28 deputati così suddivisi: 14 dei bersaniani di Liberi e Uguali (favorevoli a patto che nella nuova maggioranza non entri Forza Italia) e altri 14 del Gruppo Misto (3 di +Europa; 4 delle minoranze linguistiche; 4 fra Civici e socialisti e 3 di altre micro-formazioni).
ULTERIORI MARGINI
Forse qualche altro voto potrebbe arrivare dai sei deputati che non sono iscritti a nessun gruppo. Quisquiglie. E' chiaro che non si è lontani dal vero scrivendo che l'accoppiata Di Maio-Zingaretti alla Camera potrebbe contare su una quarantina di deputati oltre il limite che fa scattare la maggioranza. Il che è un dato politico importante perché riduce il potere di interdizione di gruppi interni alla nuova maggioranza come, ad esempio, i renziani o anche sacche di malpancisti pentastellati.
Il quadro non cambia molto al Senato. Le truppe favorevoli al nuovo governo sarebbero così composte: 107 pentastellati; 51 piddini; 12 del gruppo Misto (di cui 4 Leu) e 8 delle Autonomie. In tutto sarebbero 178 i possibili si ad un esecutivo rosso-giallo. Anche qui i margini numerici dell'asse M5S-Pd appaiono ampi e decisamente migliori rispetto a quelli della maggioranza giallo-verde appena tramontata che, dopo l'espulsione di alcuni senatori dal gruppo M5S, poteva contare solo su 165 senatori, compresi tre di un gruppo minore come Meie.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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