Clochard bruciato in auto «per gioco» da due minori

Sabato 13 Gennaio 2018
DISAGIO GIOVANILE
VERONA Hanno lanciato nell'auto dove dormiva Ahamed un rotolone di carta infuocata, che ha incendiato i cartoni e le coperte con cui l'uomo di difendeva dal freddo, e poi sono scappati. Lasciandolo morire tra le fiamme. Così, per un assurdo gioco, due minorenni avrebbero ucciso Ahamed Fdil, il senzatetto di 64 anni trovato morto carbonizzato la notte del 13 dicembre a Zevio, a sud di Verona.
INDAGATI
I due ragazzini, di 17 e 13 anni, sono ora indagati per omicidio volontario. «Doveva essere solo uno scherzo, non l'abbiamo fatto apposta», avrebbe cercato di giustificarsi ieri davanti al magistrato del Tribunale dei minori di Venezia il più giovane, il 13enne, che ha fatto le prime ammissioni. Anche se a inchiodare i due sarebbero le telecamere e anche alcuni video girati da privati cittadini infastiditi da quei ragazzi che avevano un atteggiamento sgarbato e strafottente con Ahamed. Gary, come in paese chiamavano il marocchino morto nel rogo della sua auto, una vecchia Fiat Bravo che aveva trasformato nella sua casa, parcheggiata da tempo un un'area privata di via Alcide De Gasperi a Santa Maria di Zevio. Ad appiccare materialmente l fuoco, sembra ad un grosso rotolone da cucina preso da una vicina pizzeria, sarebbe stato proprio il più giovane, il 13 enne.
Davanti al Pm avrebbe ammesso che, da alcuni giorni, lui e il suo amico, entrambi di origine straniera, infastidivano il clochard, insultavano l'immigrato e pure chi cercava di difenderlo.
LE IMMAGINI
A loro gli inquirenti sono risaliti visionando le telecamere della zona e alcuni video di residenti che evidenzierebbero come anche nei giorni precedenti quei giovani, entrambi di origine straniera, avevano più volte importunato quel senzatetto, lanciandogli contro dei petardi, andando a togliergli coperte e cartoni con i quali si proteggeva dal freddo. Fino alla follia di accendere della carta e di gettargliela addosso mentre lui dormiva dentro la sua vecchia vettura che era diventata la sua abitazione. Ammazzando un uomo gentile, buono, che in paese tutti conoscevano e che a nessuno dava fastidio.
L'AUTOPSIA
A chiarire definitivamente come sia morto Ahamed sarà l'autopsia, già disposta dal magistrato, e che ieri ha visto l'avvocato Alessandra Bocchi del foro di Vicenza depositare anche la richiesta per un perito di parte. Il legale è stata nominata dal nipote della vittima, Salah Fdil, arrivato alcuni giorni fa a Verona da Barcellona per capire quando sarà possibile portare in patria la salma del parente e soprattutto chiarire cosa sia accaduto a quel suo zio. Un uomo buono la vittima, con alle spalle una famiglia benestante e che aveva fatto la scelta di vivere da clochard, nonostante i nipoti gli avessero prospettato di venir ospitato in abitazioni che possiedono a Barcellona come a Oslo. Lui, che era prossimo anche alla pensione dopo aver fatto per anni il saldatore in Italia, non voleva però sentirne. Era sempre stato uno spirito libero, un hippy.
Ora, sarà l'autopsia a chiarire se Fdil è morto perchè ha respirato il fumo che si è sprigionato nel rogo, se avesse assunto troppo alcol, o se fosse stato magari prima tramortito con qualcosa. In un primo momento, infatti, si era pensato ad un incidente: l'uomo era un accanito fumatore ed anche dedito all'alcol e appariva plausibile che si fosse addormentato con una sigaretta accesa provocando l'incendio. Ora la sconvolgente ipotesi del coinvolgimento dei due minorenni. Un omicidio gratuito che a Verona rimanda al 1990 quando in città un clochard, Olimpio Vianello, anche lui da tutti conosciuto come El Crea e ben voluto, venne ucciso a pugni e calci da un branco di giovinastri.
Massimo Rossignati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci