Cig e blocco dei licenziamenti prorogati per tutto il 2020 Ma gli industriali insorgono

Domenica 18 Ottobre 2020
LA MISURA
ROMA Nuova benzina per la Cig Covid fino alla fine dell'anno per garantire la copertura alle aziende che la esauriranno a metà novembre. Per queste ultime verrà esteso anche il blocco dei licenziamenti, diventato flessibile con il decreto agosto, mentre prima si trattava di una misura generalizzata e valevole per qualsiasi categoria di lavoratori e contratti. Questo lo schema di intervento sugli ammortizzatori che il governo si appresta a mettere in pista con un decreto legge collegato alla manovra. Ma gli industriali scuotono il capo: ieri il presidente di Confindustria Carlo Bonomi al convegno dei Giovani imprenditori è tornato ad attaccare l'esecutivo sullo stop ai licenziamenti. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha precisato che il blocco ha senso solo in caso di utilizzo della cassa integrazione per coronavirus. Servono nel complesso circa tre miliardi di euro. I soldi arriveranno dai bonus che sono andati meno bene, come il reddito di emergenza. Decisivi in particolare i risparmi derivanti dai congedi parentali per Covid non sfruttati. 
Ad agosto sono state introdotte altre diciotto settimane di cassa integrazione per Covid ma migliaia di aziende esauriranno la copertura già il mese prossimo, ecco perché il governo vuole subito la proroga. Poi con la legge di Bilancio si dovrebbero aggiungere altre 18 settimane di Cig, da utilizzare nel 2021. Le potranno richiedere anche le imprese che finora non hanno usufruito degli ammortizzatori di emergenza e si applicheranno con il meccanismo attuale, che prevede la gratuità dello strumento per le aziende che hanno registrato perdite superiori al 20 per cento. Ma è soprattutto lo stop ai licenziamenti in queste ore ad agitare le acque. Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli aveva ammesso che un ulteriore blocco non sarebbe stato praticabile e che quindi dal prossimo anno i licenziamenti sarebbero ripartiti. Dal palco del convegno dei giovani industriali il numero uno di viale dell'Astronomia Carlo Bonomi ha chiesto però di non affrontare più il tema con «logiche politiche». Così invece il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, presente pure lui ieri al convegno promosso dall'associazione: «Il divieto di licenziare era stato detto essere una misura emergenziale».
IL BRACCIO DI FERRO
Sulla sponda opposta del fiume i sindacati. Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, lo sblocco dei licenziamenti si tradurrebbe nel contesto attuale in un disastro sociale. Ma il braccio di ferro tra industriali e sindacati appare destinato a intensificarsi ancor di più nei prossimi giorni. Il ministero del Lavoro nel frattempo getta acqua sul fuoco e non prevede grandi ritocchi al meccanismo introdotto con il decreto Agosto per ammorbidire il divieto. Lo stop era stato generalizzato dal 23 febbraio, data di entrata in vigore, allo scorso 17 agosto, dopodiché con il decreto 104 è diventato più soft: il blocco è stato legato all'utilizzo delle 18 settimane di ammortizzatori sociali introdotte proprio da quest'ultimo decreto o dell'esonero contributivo previsto come alternativa alla cassa. Inoltre sempre dal 17 agosto i licenziamenti sono tornati operativi in caso di cessazione dell'attività, di accordi con incentivi agli esodi e in caso di fallimenti.
Si è anche discusso in un primo momento della possibilità d'inserire nel nuovo decreto anti-Covid le risorse per i trasporti, in crisi a causa delle restrizioni sulla capienza che ora potrebbero essere inasprite, ipotesi poi sfumata secondo quanto appreso dal ministero guidato da Paola De Micheli. Come detto serve una potenza di fuoco da tre miliardi di euro per allungare la Cig per Covid e mettere al riparo le aziende che a metà novembre rimarranno senza copertura. Ieri i tecnici della Ragioneria generale dello Stato hanno passato tutto il giorno a fare i conti per individuare la cifra precisa. Buona parte delle risorse necessarie giungeranno dai bonus contro l'emergenza che non hanno raggiunto la platea sperata, come il reddito di emergenza, che stando alle stime lascerà in eredità almeno mezzo miliardo di euro di tesoretto.
Francesco Bisozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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