Caos trasporti, utenti a terra Zaia: «Treni e bus, via i limiti»

Martedì 2 Giugno 2020
IL CASO
VENEZIA C'è un sistema molto semplice per risolvere il duplice problema - logistico ed economico - dei trasporti: togliere il limite del contigentamento. E cioè far correre treni, autobus, vaporetti alla normale capienza. Cento posti? Cento passeggeri e non 50 come avviene adesso. Senza più code a terra, senza più proteste. E il coronavirus? E il rischio di contagio? Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, fa un paragone: se nei luoghi di lavoro, già da metà aprile, le parti sociali hanno concordato che la mascherina è obbligatoria solo se non si rispetta il distanziamento del metro, allora anche nei mezzi di trasporto pubblico dovrebbe valere lo stesso principio. Tutti attaccati? Anche sì, ma con la mascherina. Del resto - dice Zaia - anche in auto funziona così: «L'altra sera eravamo in un'auto tra non conviventi, e quindi in spazi stretti, ma con la mascherina. Perché in treno no?».
LA RICHIESTA
La richiesta del governatore del Veneto è di tornare alla situazione pre Covid. Perché ormai è chiaro - e lo si è visto domenica con le immagini rimbalzate dalla stazione ferroviaria di Venezia - che la gente si muove e che i mezzi di trasporto non possono viaggiare a capacità ridotta. Tanto più che anche le aziende di trasporto hanno bisogno dei passeggeri per far quadrare i bilanci: i tre mesi di lockdown hanno causato infatti cali di passeggeri anche del 95% e ovviamente gli abbonati vogliono e devono essere rimborsati. Solo di rimborsi, tra voucher e proroghe dei titoli di viaggio, si parla di 20 milioni di euro.
«Stiamo chiedendo a Trenitalia - ha detto il presidente del Veneto - di ripristinare la capacità originaria dei treni, ma mi pare di capire che Trenitalia sia in grossissima difficoltà,  bisogna tornare alle capacità di prima, con la messa in sicurezza dei passeggeri con la mascherina. Penso si debbano rivedere le regole del trasporto pubblico locale che altrimenti quando riapriranno le scuole il caos sarà enorme, ed il sistema imploderà».
SILENZIO
Quanto alla lettera inviata da Zaia al premier Conte, e per conoscenza ai parlamentari veneti, in merito alla necessità di sostenere il trasporto pubblico, al momento non sono arrivate risposte: «Nulla», ha detto il governatore. Sul punto è intervenuto il senatore Antonio De Poli (Udc) che ha chiesto al ministro Paola De Micheli di prevedere un aumento significativo del Fondo per il trasporto pubblico, con l'obiettivo di «soddisfare i fabbisogni delle Regioni che, nel caso del Veneto, è pari ad almeno 120 milioni nel 2020». Al ministro De Micheli si era rivolta lo scorso novembre anche l'assessore regionale Elisa De Berti, chiedendo - e presentando pure i progetti visto che Rfi non lo aveva fatto - il raddoppio della Maerne-Castelfranco e della Castelfranco-Bassano, ossia due binari per l'alta velocità e due binari per le linee regionali. Risposte? Nessuna. E poi c'è la questione dei 78 nuovi convogli ferroviari che Trenitalia doveva consegnare al Veneto da qui al 2023 e che rischiano di saltare: al riguardo il deputato Marco Marin (FI) ha presentato un'interrogazione. Intanto Zaia ha annunciato di aver chiuso tutte le linee guida anche su teatri, discoteche, cinema, casinò e sale giochi: «Attendiamo la convocazione del Governo».
BAMBINI
Ed è ancora in piedi la questione dei centri estivi per i bimbi da 0 a 3 anni: «È scandaloso che a distanza di dieci giorni con le linee guida approvate all'unanimità da tutte le Regioni non ci venga data una risposta».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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