Calabria, incendio nella baraccopoli della vergogna: muore un senegalese

Domenica 17 Febbraio 2019
Calabria, incendio nella baraccopoli della vergogna: muore un senegalese
LA TRAGEDIA
REGGIO CALABRIA È la terza vittima in un anno. Moussa Ba, 29 anni del Senegal, è il giovane migrante rimasto ucciso nell'ennesimo incendio divampato nella baraccopoli di San Ferdinando, in Calabria, nella notte tra venerdì e sabato. Il giovane viveva in un roulotte all'interno della baraccopoli dove dimorano migliaia di migranti che poi al mattino vanno a lavorare per pochi euro negli agrumeti della Piana di Gioia Tauro. Moussa Ba è stato sorpreso nel sonno dalle fiamme sprigionatesi da una baracca che era distante un quindicina di metri dalla sua roulotte. L'incendio si è propagato rapidamente anche grazie al materiale usato per costruire le baracche: legno, plastica e cartoni. In un primo momento si era pensato che il corpo carbonizzato potesse essere di un'altra persona che mancava all'appello, ma successivamente rintracciata. Nell'incendio, che ha coinvolto e distrutto una ventina di baracche, sono andati distrutti i documenti di molti migranti che vivono nella baraccopoli di San Ferdinando.
È toccato, quindi, agli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Gioia Tauro avviare le indagini che, attraverso le testimonianze di migranti e amici, hanno chiarito che quel corpo carbonizzato era di Moussa Ba.
PROTETTO E ARRESTATO
Il giovane senegalese era in Italia dal 2015 e aveva ottenuto la concessione della protezione umanitaria dalla commissione territoriale di Trapani. Lo scorso 31 dicembre era stato arrestato a Palmi, su ordine della Procura di Pisa, nel contesto di un procedimento penale, in concorso con altri, non ancora definito per reati in materia di stupefacenti. Scarcerato il 16 gennaio scorso, dopo la convalida dell'arresto, gli era stata applicata la misura del divieto di dimora nella provincia di Pisa. Moussa Ba era anche noto alle forze dell'ordine per piccoli reati.
Con la morte di Ba sono tre in un anno le vittime di incendi nella baraccopoli di San Ferdinando. Il 27 gennaio del 2018 perse la vita Becky Moses, 26enne nigeriana. Le indagini accertarono che quell'incendio fu doloso. Il 2 dicembre scorso ha perso la vita Surawa Jaith, un ragazzo del Gambia che avrebbe compiuto 18 anni pochi giorni dopo.
Intanto i migranti che a causa dell'ultimo incendio sono rimasti senza un riparo, sono stati spostati nella nuova tendopoli, gestita dal Comune di San Ferdinando e posta a poche centinaia di metri dalla baraccopoli. Una decisione adottata dopo la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari e svoltasi nel Comune di San Ferdinando.
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, annuncia lo sgombero: «Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando. L'avevamo promesso e lo faremo, illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto, tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli». Dall'altra parte la Cgil Calabria che ha organizzato una fiaccolata ieri sera dalla baraccopoli fino al Comune di San Ferdinando e parla di «precise responsabilità politiche e istituzionali». Il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi aggiunge: «In mezzo a tanta indifferenza e dichiarata xenofobia, è comunque scattata una gara di solidarietà».
Bruno Palermo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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