Caccia alla variante Delta maxi-indagine in Italia: 800 controlli in un giorno

Martedì 22 Giugno 2021
I TEST
ROMA Finalmente anche in Italia si comincia a fare sul serio nella guerra alla variante del Covid-19, ovvero alla Delta o B.1.617.2 che fino a qualche giorno fa tutti chiamavamo Indiana. Oggi, infatti, il ministero della Sanità, tramite l'Istituto Superiore di Sanità e le Regioni, farà analizzare circa 800 tamponi, scelti a campione fra gli infettati per la prima volta e con alta carica virale, con l'esplicito obiettivo di scoprire il tipo di varianti e di capire in quali territori si sta insidiando quella più insidiosa, la Delta.
La posta in gioco dell'operazione, delineata da una circolare firmata da Gianni Rezza, direttore della prevenzione sanitaria, è tutt'altro che banale. In Gran Bretagna dove quasi il 100% della popolazione può contare sulla prima dose del vaccino, la Delta ha provocato una impennata dei contagi e ha costretto il governo di Sua Maestà a rinviare di 30 giorni, al 19 luglio, la completa riapertura delle attività ricreative. In Italia, come in altri Paesi europei e negli Usa, si teme che se la Delta non sarà arginata subito a ottobre potrebbe creare problemi gravi soprattutto nella popolazione scolastica e in quella fascia di ultrasessantenni (in Italia circa il 15%) che ancora non si è vaccinata.
La preoccupazione delle autorità sanitarie nel mondo è molto alta. I viaggi verso l'India e il Bangladesh sono vietati. Anche l'Italia ha bloccato gli ingressi, anche indiretti, da quei Paesi già da settimane. E una ordinanza del ministero della Salute obbliga tutti coloro che vengono dalla Gran Bretagna, vaccinati compresi, a una quarantena di almeno 5 giorni.
Eppure finora l'unico Paese che ha affrontato la Delta come si deve, ovvero tenendo alto il numero dei tamponi e sequenziando, cioè controllando i test, è stata la Gran Bretagna dove è presente una consistente comunità indiana che ha diffuso il virus in modo capillare nell'isola.
Per dare un'idea di quello che la Gran Bretagna ha messo in campo per controllare le varianti basta dire che l'anno scorso gli inglesi hanno eseguito ben 250.000 sequenziamenti contro i 4.000 italiani.
CAOS STATISTICO
La decisione del ministero della Sanità di effettuarne 800 nella sola giornata di oggi è dunque un segnale importante. Anche perché servirà a fare chiarezza su quanto effettivamente la Delta è presente in Italia.
Su questo punto la confusione è alle stelle. Ieri infatti il Financial Times ha riportato i dati di un sito sanitario specializzato, il Gisaid, secondo il quale l'Italia sarebbe al quinto posto nel mondo per quantità di contagi da variante Delta che sarebbe stata trovata nel 26% dei tamponi controllati. L'articolo non specifica però quando sarebbe stato raggiunto un livello così alto che sarebbe inferiore a quello di Gran Bretagna (98%), Portogallo (96%) e Stati Uniti (31%) ma assai superiore a quello della Francia (9%). I dati diffusi venerdì scorso dall'Istituto Superiore di Sanità raccontano una verità opposta e assegnano alla variante Delta poco più dell'1% dei contagi in Italia.
L'enorme differenza statistica potrebbe essere spiegata dal fatto che Gisaid sembra fare i suoi calcoli in base all'incidenza (ovvero sui nuovi casi) mentre l'Iss sulla prevalenza (il totale dei positivi).
In attesa che gli 800 sequenziamenti previsti per oggi facciano un po' di chiarezza vale la pena riportare l'analisi del professor Massimo Ciccozzi, ordinario di Statistica medica ed Epidemiologia all'Università Campus Bio-Medico di Roma. «Le stime - rileva Ciccozzi - vanno fatte secondo il sistema di sorveglianza altrimenti vengono fuori percentuali inaffidabili o forzate. La morale di questa storia sulle varianti, comunque, è chiara: va mantenuta una distanza di sicurezza e la mascherina quando serve va usata».
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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