Brugnaro incontra Conte ma guarda ai delusi M5s

Sabato 5 Giugno 2021
L'INCONTRO
VENEZIA Luigi Brugnaro in giacca rosa («No, non è fucsia...», ride della grossa), Giuseppe Conte con cravatta azzurra («Ho sempre portato una certa divisa...», quasi si giustifica). I loro destini si incrociano al Salone Nautico dei record, primo grande evento in presenza, quando il sindaco di Venezia aspira a un ruolo nazionale e l'ex presidente del Consiglio riflette sulle elezioni suppletive. Il fondatore di Coraggio Italia sa di non poter coinvolgere l'ospite nel suo nuovo progetto: «Non guardo a lui, ma agli elettori delusi. In questo io sono l'operaio della vigna, qualcuno dovrà pur lavorare. Fra due anni ci saranno le Politiche e possiamo cambiare il Paese». Ma il leader del Movimento 5 Stelle non sembra preoccupato di quel partito appena nato e già al 3,5% nei sondaggi: «Tutti coloro che vogliono fare buona politica sono i benvenuti. Non bisogna mai operare in polemica con gli altri. C'è posto per l'impegno di tutti e ognuno deve fare la sua parte».
LA TRANSIZIONE
Brugnaro e Conte si conoscono dalla notte dell'Aqua Granda. «Nel momento in cui Venezia aveva l'acqua alle ginocchia, il presidente ha risposto alla mia telefonata, è venuto e ci ha aiutato: questa cosa non è scontata», riconosce il primo cittadino. «Il giorno dopo ci rimboccammo le maniche e non mi chiesi di che colore fosse il sindaco», ricorda il giurista, invitato in laguna da Assonautica per parlare di transizione ecologica, il ministero a cui il M5s ha vincolato il proprio sostegno al governo di Mario Draghi. I due si tributano reciproca stima, ma senza inutili infingimenti. Dice il fucsia: «Penso che il gradimento nazionale altissimo di Conte sia dovuto alla serietà con cui ha governato. Dopodiché io difendo il governo Draghi, persona competente e apprezzata in Europa, cosa c'è meglio di così?». Evidentemente il pentastellato avrebbe preferito un altro scenario, ma mostra di voler mantenere l'approccio istituzionale: «Facendo sistema con le associazioni di categoria, e qui due persone lo hanno fatto su problemi specifici, si può costruire un sistema Italia esprimendo buona politica: coraggio di decisione, visione strategica, assoluta determinazione a perseguire gli obiettivi. Come quando tornai con Brugnaro a Pellestrina, a parlare con le stesse famiglie, per sincerarmi che avessero ricevuto i ristori promessi. Purtroppo quando sei al vertice della macchina, prendi tanti impegni e a volte non li puoi mantenere, nel sistema Italia. Per fare questo occorrono determinazione, costante attenzione, volontà politica sempre, anche quando si spengono le telecamere».
L'ANEDDOTO
Consigli forse non richiesti, ma probabilmente apprezzati, dall'ex premier all'aspirante trascinatore, che i detrattori accusano di voler abbandonare la città per dedicarsi alla politica romana. «Maligni? No, è solo gente che ci spera...», sorride Brugnaro. Già, Venezia. Conte osserva: «Qui ho visto tanti stranieri e turisti, il miglior modo per segnalare la ripartenza del Paese. Facciamo i debiti scongiuri, ma un po' di esperienza me la sono fatta e mi aspetto un incremento del Pil pazzesco, superiore alle previsioni attuali. Abbiamo sofferto tanto, ci meritiamo un grande rilancio». Anche, e soprattutto, grazie al Recovery Fund, oggetto a luglio dello scorso anno di un negoziato di quattro giorni su cui l'ex numero uno di Palazzo Chigi svela un aneddoto: «Pensavo di sfiancare i colleghi europei, ma quelli lavoravano addirittura più di me. Nella terza notte, saranno state le 5 del mattino, mi trovavo con Angela Merkel, Emmanuel Macron e Ursula Von der Leyen. Per ingannare il tempo, ho raccontato loro del Mose, un gioiello della tecnologia italiana su cui tutti ci prendevano per pazzi. Ho spiegato che la politica deve fare questo: trasformare un problema in un'opportunità, dando una visione prospettica. Beh, abbiamo portato a casa 209 miliardi. Se ora non sapessimo spenderli, commetteremmo un delitto imperdonabile nei confronti delle nuove generazioni».
Brugnaro annuisce: «Dobbiamo diventare una squadra. Spero che possiamo costruire due anni di pace sociale, portando ciascuno la propria idea, senza demolire quella degli altri». Più che avversari, alleati, pare di capire. Così per entrambi arrivano il dono del Leone e un impegno in agenda: «Fra un anno gara di barche elettriche nel canale Vittorio Emanuele».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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