Bomba a Lione. «Attacco alla città»

Sabato 25 Maggio 2019
Bomba a Lione. «Attacco alla città»
LA MINACCIA
PARIGI L'esplosione è avvenuta verso le cinque e mezzo di ieri pomeriggio sul marciapiede della rue Victor Hugo, strada pedonale del centro di Lione, davanti alla panetteria La Brioche Dorée. Un boato che ha fatto tremare i vetri delle finestre delle case mandato in frantumi la vetrina del negozio, ma che per fortuna non ha fatto vittime gravi: una decina di feriti, soprattutto alle gambe, tra questi una bambina di otto anni.
Nessuno è in gravi condizioni, solo alcuni erano ancora ricoverati ieri sera. La bomba era uno zaino imbottito di esplosivo, chiodi e bulloni, un detonatore, le pile e i fili elettrici, lasciato sul marciapiede da un uomo sui trent'anni, arrivato e ripartito in bici. Due minuti, e l'ordigno è esploso. L'uomo è stato ripreso da tutte le camere di sorveglianza: il volto è coperto da un foulard, ha enormi occhiali da sole, un berretto in testa, bermuda beige e camicia verde militare. Di più ieri non si sapeva, anche se è cominciata subito la caccia all'uomo. Come subito è cominciata la caccia al movente dell'«attacco»: così lo ha definito, quasi in tempo reale, Emmanuel Macron. Un attacco a 48 ore dalle elezioni europee. Il presidente era in diretta ieri dalle 18 per un'inedita intervista rilasciata a una star di you tube, il 22 enne analista politico Hugo Travers. Dopo un paio d'ore, l'inchiesta è stata affidata all'antiterrorismo, anche se la polizia si è mostrata molto prudente. Se nessuno ha evocato apertamente la pista del terrorismo jihadista, tutti hanno subito parlato di terrorismo: lo ha fatto immediatamente Marine Le Pen su twitter, e poi la capolista alle Europee di En marche Nathalie Loiseau nel suo ultimo comizio.
COME NEL 95
Ordigni artigianali, imbottiti di esplosivo e chiodi riportano all'ondata di attentati del '95, quando la Francia fu colpita da attacchi attribuiti agli algerini del Gia e che provocarono otto morti e circa 200 feriti. Da allora, il modus operandi del terrorismo è cambiato, passando ai kalashnikov, ai giubbetti esplosivi, alle auto o i camion sulla folla, ai coltelli e le asce. Religione, politica, movente individuale: le fonti della sicurezza ieri non escludevano niente. Di sicuro l'esplosione dello zaino-bomba nella rue Victor Hugo segna, più degli ultimi comizi programmati ieri sera, la fine della campagna elettorale di queste europee in Francia.
Il ministro dell'Interno Castaner e il premier Philippe hanno deciso di rinunciare a partecipare all'incontro nella sala della Mutualité a Parigi che ha segnato la conclusione della campagna di Nathalie Loiseau, che i sondaggi continuano a dare dietro al Rassemblement National di Marine Le Pen. Più delle previsioni e degli ultimi inviti a recarsi alle urne, i francesi seguono ormai la caccia all'uomo che è cominciata a Lione.
In serata gran parte del centro della città era semideserta. Confermato il concerto di Ed Sheeran al Groupama Stadium (prima di tre date a Lione) che si è però svolto con un dispositivo rafforzato della sicurezza. Sorveglianza rafforzata anche «in tutti i siti che ospitano eventi pubblici, sportivi, culturali o religiosi» ha fatto sapere il ministero dell'Interno. I pompieri al lavoro sulla rue Victor-Hugo hanno riportato la paura degli attacchi in Francia. L'ordigno piazzato nel cuore della città, in quel punto pieno di negozi, a quell'ora sempre particolarmente affollata, indicano che l'attacco è stato pensato per colpire duro.
I TESTIMONI
«C'era fumo, la gente era ricoperta di polvere bianca»ha raccontato al Parisien Sylvie. Le sue finestre si affacciano proprio davanti alla Brioche Dorée: «E' stato come un gigantesco fuoco d'artificio, c'erano cose, pezzi di ferro, che volavano dovunque, c'era gente che urlava, molti che hanno cercato rifugio nel vicino negozio di abbigliamento, altri dentro alla farmacia. I poliziotti sono arrivati in meno di cinque minuti». «Ho pensato a un incidente stradale ha raccontato invece Eva, studentessa di 17 anni, come molti ragazzi per strada a quell'ora, all'uscita di scuola c'erano pezzi di fili elettrici ovunque, delle batterie, pezzi di plastica e cartone».
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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