Bollo auto, via libera alle esenzioni Zaia: ma io lo toglierò del tutto

Martedì 21 Maggio 2019
LA SENTENZA
VENEZIA Nel giorno in cui la Consulta ha stabilito che le Regioni sono libere di introdurre esenzioni al bollo auto, ecco che il Veneto si dice intenzionato ad eliminarlo del tutto. Ad annunciarlo, sostenendo che è un balzello «odioso» e «medievale», è il governatore Luca Zaia. «Cominceremo con delle esenzioni - dice il presidente del Veneto - ma ci tengo a sottolineare che tutto questo deve rientrare nel progetto dell'autonomia». Perché è innegabile che, da qualche parte, i fondi per far fronte ai servizi che vengono offerti ai cittadini devono saltare fuori. E siccome il Veneto ha già eliminato tutte le tasse regionali, dall'addizionale Irpef al ticket sanitario e ora vorrebbe continuare con il bollo auto, si aspetta di avere l'autonomia chiesta da oltre due milioni dei suoi cittadini.
Intanto c'è il pronunciamento della Consulta. Con la sentenza n. 122 depositata ieri, di cui è stato relatore Luca Antonini (il docente universitario già consulente di Palazzo Balbi anche nella partita dell'autonomia), i giudici costituzionali hanno stabilito che le peculiarità attribuite alla tassa automobilistica impongono alle Regioni soltanto di non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale. In pratica, le Regioni possono introdurre esenzioni anche se non previste dal legislatore statale. Quindi: aumentare il bollo no, diminuirlo sì. E Zaia, il bollo auto, vuole diminuirlo tutto. Azzerarlo. Domanda: e i soldi dove li trova?
L'ANNUNCIO
Il punto è proprio questo: per eliminare il bollo auto bisogna che il percorso dell'autonomia differenziata si compia. Il Veneto ha chiesto 23 materie, vuole gestirle tutte 23 e, togliendole allo Stato, vuole i fondi per esercitare le nuove competenze. «Va spiegato agli italiani che le tasse si pagano per avere servizi, noi in Veneto solo per aprire i nostri 68 ospedali e garantire gli 80 milioni di prestazioni sanitarie spendiamo 9 miliardi 360 milioni di euro. Ma è anche vero che questo è un Paese che ha troppe tasse e troppi sprechi», dice Zaia. Ovviamente, puntualizza il governatore, il Veneto è escluso da questo ragionamento essendo l'unica Regione ad aver già eliminato tutte le tasse regionali: «Non abbiamo messo l'addizionale Irpef, non abbiamo il ticket sanitario regionale perché quello che i cittadini devono pagare è nazionale. Togliendo i nostri tributi - sottolinea Zaia - abbiamo rinunciato a 1 miliardo 179 milioni di euro all'anno».
Quanto al bollo auto, è un tributo che viene riscosso dalle Regioni, ma è nazionale. Ora i giudici costituzionali hanno stabilito che le Regioni possono introdurre delle esenzioni. In Veneto - dove il bollo auto genera un gettito di 616 milioni di euro all'anno, dato aggiornato al 2018 - alcune esenzioni ci sono già: non pagano le auto del terzo settore (sociale in senso lato, ambulanze, onlus, ong, sanità, eccetera), della Protezione civile, le ibride e le elettriche. La sentenza della Consulta interviene soltanto sulla possibilità di esentare, ma è federalista fino a un certo punto, non lasciando piena autonomia impositiva alle Regioni: non modifica infatti l'aliquota massima fissata per legge statale e limita la possibilità di intervento degli enti territoriali soltanto alla fase della modulazione di quest'ultima.
Resta il fatto che Zaia il bollo auto lo vuole togliere. «Bene il principio fissato dalla Corte costituzionale - dice il governatore - ma deve rientrare nel quadro dell'autonomia. Altrimenti sarebbe un federalismo zoppo». Per dire: la Lombardia potrebbe già adesso aumentare le esenzioni del bollo auto, visto che comunque gode di entrate cospicue dall'addizionale regionale. Il Veneto, invece, è più avanti: «Abbiamo già tolto tutto, toglieremo anche il bollo auto, ma vogliamo l'autonomia».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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