Balotelli, scatta l'inchiesta Il Verona caccia il capo ultrà

Mercoledì 6 Novembre 2019
IL CASO
VENEZIA Una tribuna del Bentegodi chiusa per una partita e l'ex capo ultrà Luca Castellini espulso dallo stadio fino al 2030. All'indomani delle polemiche per i buu contro Mario Balotelli, ecco l'uno-due del giudice sportivo e dell'Hellas Verona, sullo sfondo di una città che si divide sull'accusa di razzismo. Ma a muoversi è anche la giustizia penale, aprendo due fascicoli d'inchiesta per l'ipotesi di violazione della legge Mancino.
POLTRONE EST
A leggere il comunicato del giudice sportivo Gerardo Mastandrea, che ha disposto «la chiusura per una giornata effettiva di gara, con decorrenza immediata, del settore denominato poltrone est», pare di capire che il provvedimento valga più per le motivazioni, che per le conseguenze. È vero infatti che saranno impraticabili 3.590 posti (su 31.713) in occasione della sfida con la Fiorentina del prossimo 24 novembre, ma a pesare maggiormente in questo momento è la sottolineatura che «i cori sono stati chiaramente percepiti, oltre che dal calciatore, anche dal rappresentante della Procura federale posizionato in prossimità». Parole che dovrebbero spegnere definitivamente il dibattito sul fatto se quegli ululati siano o meno avvenuti, riacceso ancora ieri dal sindaco Federico Sboarina, che pur regalando tramite Le iene un pallone autografato a Balotelli, ha ribadito: «I cori non ci sono stati, lo dico da domenica che ci sono state singole e poche persone che, se identificate, dovranno assumersi le proprie responsabilità e subirne le conseguenze».
Anche se il presidente gialloblù Maurizio Setti ritiene il proprio club «un capro espiatorio», non ci sono attenuanti secondo il giudice Mastandrea, il quale ha citato espressamente «cori di discriminazione razziale da parte di alcuni tifosi», il cui «pur esiguo numero» deve essere comunque «rapportato al numero di occupanti quel settore», l'unico che sarà sbarrato visto che «si sono levati, invece, da parte dei tifosi assiepati nell'attigua curva sud cori di sostegno, seguiti da un lungo applauso». In ogni caso resta «impregiudicata ogni attività d'indagine in corso per l'individuazione dei responsabili».
I FASCICOLI
Non a caso la Procura della Repubblica di Verona ha aperto due fascicoli per l'ipotesi di istigazione alla discriminazione razziale. Il primo concerne appunto i buu contro l'attaccante e per ora è a carico di ignoti. «Sono fiducioso ha però commentato il prefetto Donato Giovanni Cafagna che si riuscirà a individuare il responsabile di un gesto così inqualificabile e incivile. La Digos sta lavorando alacremente e si stanno visionando tutti i filmati. La società Hellas Verona sta fornendo una grande collaborazione. Lo stadio non è una zona franca». Il secondo fronte, basato sulla segnalazione depositata ieri dalla stessa Digos, riguarda invece le dichiarazioni di Castellini. Il responsabile per il Nord Italia di Forza Nuova aveva definito «mai pienamente italiano» Balotelli, «liberticida» la commissione Segre e «negri» i giocatori di colore.
IL CODICE
Sempre nei confronti di Castellini l'Hellas Verona ha adottato, sulla base del proprio codice comportamentale presentato tre settimane fa, «una misura interdittiva» che va a sommarsi al Daspo emanato nel 2017 dalla Questura di Forlì-Cesena e valido fino al 2022. In una nota la società ha spiegato che, «essendosi trattato di un comportamento basato su considerazioni ed espressioni gravemente contrarie a quelle che contraddistinguono i principi etici ed i valori del nostro Club», la sanzione assunta «prevede la sospensione di gradimento» e cioè il mancato accesso allo stadio «sino al 30 giugno 2030». Una decisione apprezzata dal tifoso viola, e quindi gemellato con i gialloblù, Matteo Renzi («Complimenti al Verona per il coraggio e per la dignità»), ma insufficiente secondo Triantafillos Loukarelis, direttore generale dell'Ufficio anti-discriminazioni razziali di Palazzo Chigi, secondo cui i vertici della società dovrebbero chiedere «scusa pubblicamente» a Balotelli.
LE REAZIONI
Il giocatore del Brescia è tornato sulla vicenda: «Non ho accusato il Verona, non ho accusato la curva del Verona. Ho accusato pochi scemi che lo hanno fatto e li ho sentiti» E ancora: «Non dico che sono diverso dagli altri giocatori a cui hanno fatto gli stessi cori, ma il problema è che io sono italiano, dovrei tornare in Nazionale». L'ha auspicato pure Gabriele Gravina, presidente della Figc: «Sarebbe un messaggio straordinario». E così, fra l'apprezzamento di Pep Guardiola («Per fare passi avanti servono gesti forti») e la domanda di Giancarlo Gentilini («Perché nessuno insorge quando i tifosi insultano un giocatore di razza bianca?»), alla fine SuperMario ha incassato pure una mezza speranza di ritornare insieme alla sua ex Raffaella Fico: «Mai dire mai», ha sorriso lei.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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