Autonomia, stallo a Roma E Forza Italia sfida Salvini

Martedì 30 Aprile 2019
Autonomia, stallo a Roma E Forza Italia sfida Salvini
IL DIBATTITO
VENEZIA Autonomia differenziata, lo stallo non si sblocca. Anche ieri i due vicepremier alleati sono tornati a ribadire le proprie posizioni, il leghista Matteo Salvini a dire che «siamo già in ritardo» e il pentastellato Luigi Di Maio a sottolineare che «non c'è fretta». Intanto i governatori fanno sentire la propria voce: dopo Luca Zaia («Non è più tempo di scuse»), ieri sono intervenuti i presidenti della Regione Lombardia Attilio Fontana e dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. E se all'orizzonte ancora non si vede il momento della firma dell'intesa, c'è chi ipotizza che il testo arrivi direttamente in Parlamento per essere non solo discusso, ma anche emendato e comunque votato. Il che rischia di scatenare un Vietnam politico. È così che il forzista padovano Marco Marin chiede a Salvini «se andrà fino in fondo o se tradirà il voto di milioni di veneti e lombardi».
LE POSIZIONI
«Sono gli italiani che la chiedono, da Nord a Sud, quindi spero che i Cinque Stelle la rileggano e si facciano passare i dubbi», ha detto ieri il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini alla domanda se riuscirà a convincere il Movimento 5 Stelle sull'autonomia differenziata delle Regioni. «Per me siamo già in ritardo - ha aggiunto - Ieri ho incontrato Zaia, oggi vedo Fontana, noi siamo pronti, se c'è qualcuno di Cinque Stelle che ha cambiato idea lo dicano altrimenti non si capisce questo tirarlo in lungo. Se hanno detto sì al referendum un anno e mezzo fa, non capisco che cosa osti ad arrivare in Consiglio dei ministri ad approvare l'inizio del percorsoÈ».
Di Maio, dal canto suo, ha preso tempo: «Ben venga l'autonomia - ha detto il vicepremier pentastellato parlando con i cronisti all'ambasciata d'Italia in Polonia - ma non facciamo le cose di fretta per scopi elettorali, perché si rischia di fare pasticci e di creare scuole e sanità non solo di serie A e B, ma anche di serie C. Con il federalismo si fece un pasticcio e abbiamo 20 sanità diverse e gli amministratori lasciati soli con responsabilità ma senza risorse».
I GOVERNATORI
Per Attilio Fontana «non c'è più motivo» per rinviare l'autonomia differenziata richiesta dalla Lombardia: «Abbiamo fatto tutto ciò che si doveva fare chiarendo dubbi e perplessità. Ora è il momento che ci venga data una risposta che chiarisca definitivamente se ci sia o no la volontà di attuarla». «È passato un anno! Provate a decidere invece che giocare a scaricabarile», si è sfogato su Twitter il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Intanto il deputato padovano di Forza Italia, Marco Marin, si rivolge al leader leghista: «È chiaro a tutti che l'autonomia come l'abbiamo votata con quel referendum il M5s non la vuole. Quello che resta da capire è quanto la Lega e Salvini la vogliano. Chiedo a Salvini: se l'autonomia non arriva, il governo va avanti lo stesso o si ferma? La Lega ci dica se andrà fino in fondo o se tradirà il voto di milioni di veneti e lombardi». (al.va.)
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