Autonomia, il M5s attacca la Stefani: «Va in solitaria»

Mercoledì 27 Febbraio 2019
LO SCONTRO
VENEZIA Non bastavano le resistenze dei ministeri a guida pentastellata, i no di Toninelli al trasferimento delle concessioni autostradali o quelli di Bonisoli sulle sovrintendenze. Adesso sull'autonomia l'attacco frontale del Movimento 5 stelle è diretto al ministro che sta portando avanti la trattativa sull'autonomia, la leghista vicentina Erika Stefani. Che viene accusata di non fare squadra, di non coinvolgere gli alleati di governo. In pratica: di procedere «in solitaria». Peccato che l'argomento sul quale Stefani starebbe agendo da sola, e cioè le Commissioni paritetiche, al momento non esista: «Non esiste allo stato attuale nessuna commissione paritetica», è infatti la replica che arriva dal ministero. Anzi, da fonti del ministero Affari regionali esattamente come le accuse arrivavano da fonti parlamentari M5s.
LE ACCUSE
Non è chiaro perché questo continuo celarsi dietro l'anonimato. Anche il dossier contro l'autonomia era senza papà, attribuito ai gruppi parlamentari del M5s, privo di qualsiasi firma. Fatto sta che, come per il dossier, anche questa nuova accusa al ministro non è stata smentita dai pentastellati. Ed ecco cosa dicono le fonti parlamentari M5s riportate dall'agenzia di stampa Ansa: «Sulle Commissioni paritetiche per l'autonomia è necessario garantire la massima condivisione, il ministro Stefani sta invece procedendo in solitaria. Le Commissioni svolgono un ruolo fondamentale di raccordo, con la decisione di procedere alle nomine senza il minimo confronto la Stefani rischia di causare l'intoppo di tutto l'iter. Per il M5S l'autonomia è una priorità e va portata avanti in modo coeso. Diversamente anche la stessa credibilità del ministro nel gestire il dossier verrebbe minata». Verrebbe minata, proseguono le stesse fonti del Movimento, «di conseguenza, la fiducia sul piano politico che deputati e senatori possono riporre» nei confronti del ministro Erika Stefani. «Serve un immediato cambio di passo per assicurare il pieno coinvolgimento nella composizione delle Commissioni come in tutti gli aspetti dell'autonomia, sulla quale come forza di governo vogliamo procedere spediti e compatti senza inaccettabili strappi».
Di lì a pochi minuti la replica attribuita a fonti del ministero Affari Regionali: «Nell'ambito del percorso dell'autonomia non esiste allo stato attuale nessuna commissione paritetica. Pertanto il ministro Erika Stefani non sta procedendo a nessuna nomina relativa al 116 (l'articolo della Costituzione riguardante il processo dell'autonomia differenziata, ndr). Se le fonti di M5s si riferiscono alle bozze di intesa l'eventuale commissione paritetica potrà essere costituita solo una volta approvata l'intesa dal Parlamento. Come da prassi i componenti saranno nominati dal ministro degli Affari Regionali, su indicazione dei ministri competenti, al fine di predisporre i decreti del Consiglio dei ministri».
L'OPPOSIZIONE
Uno scambio di accuse così riassumibili: il ministro sta facendo tutto da sola, i pentastellati sono disinformati perché la commissione paritetica può essere fatta solo dopo il sì del Parlamento all'intesa. Un rimpallo che l'opposizione giudica intollerabile. «Il ministro Stefani e i Cinquestelle - dice il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida - si rimpallano pateticamente le responsabilità sul mancato confronto in tema di autonomie. Intorno a questo tema, quanto mai centrale per il futuro dell'intera nazione, non possono esserci e certamente non tollereremo atteggiamenti di questa natura, che non fanno altro che rendere poco credibili le istituzioni tutte».
IL FRONTE DEL NO
Intanto il fronte del no all'autonomia unisce i sindaci di Milano e Napoli. La richiesta «di fermarsi, di discutere e ragionare prestando maggiore attenzione alle città e soprattutto alle grandi aree metropolitane» arriva da Luigi de Magistris e Beppe Sala ed è diretta al Governo e alle Regioni Lombardia e Veneto. «Questo progetto di autonomia - dice il primo cittadino di Milano - è avvolto nella nebbia, non si capisce bene cosa sia. Voi del Sud non siete soli, io sono molto critico». E de Magistris: «Noi crediamo nell'autonomia ma in quella vera, quella delle città, dei popoli e dei territori».
A ribadire che il processo per l'autonomia va avanti è il governatore della Lombardia, alla pari di quello del Veneto: «Il percorso verso l'autonomia non è bloccato - dice il leghista Attilio Fontana - È in corso, si stanno facendo approfondimento e lavori. Non so se si arriverà a conclusione prima, ma non è bloccato».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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