Austria, via dal governo tutta l'ultradestra

Martedì 21 Maggio 2019
IL CASO
BERLINO Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, come conseguenza dello scandalo del video di Ibiza, ha licenziato il ministro degli interni Herbert Kickl, stratega e falco della Fpö, nonché fautore della linea tolleranza zero sull'immigrazione. Come rappresaglia, il partito populista di estrema destra, finora alleato junior nel governo Kurz, ha annunciato il ritiro di tutti i suoi ministri dalla coalizione dei popolari (Övp) del cancelliere (cinque, oltre interni anche difesa e esteri con Karin Kneissl). Lo scenario sarebbe quello di arrivare fino alle elezioni anticipate a settembre con un governo Övp aperto a dei tecnici in sostituzione dei ministri Fpö.
INCONTRI
In una giornata convulsa, definita dai media un vero giallo politico, si sono susseguiti ieri colloqui fra il capo dello stato Alexander Van der Bellen con il cancelliere e con i principali leader, riunioni dei partiti e statement dei principali protagonisti. Solo in serata è arrivata un po' di chiarezza, quando il cancelliere Kurz, alle 18.30, è apparso davanti ai giornalisti e ha annunciato, d'intesa col Presidente, la rimozione di Kickl. Molteplici le ragioni, ha spiegato: quando è stato girato, nell'estate del 2017, il video-trappola a Ibiza in cui il vicecancelliere e leader Fpö dimissionario, Heinz-Christian Strache, trattava con una presunta oligarca russa ingenti commesse pubbliche in cambio di aiuti finanziari per la Fpö in vista delle legislative a ottobre Kickl era segretario generale della Fpö e in tale veste, ha sottolineato Kurz, competente anche per le finanze del partito e sicuramente a conoscenza del tentativo di vendere asset dello Stato per profitto di partito.
OPERAZIONE
Inoltre, ha aggiunto, è necessario ristabilire la fiducia scossa della popolazione con indagini approfondite e di massima trasparenza: e ciò non può essere garantito da un ministro degli interni coinvolto nella vicenda.
Il nuovo leader designato della Fpö, l'ex candidato alle presidenziali e finora ministro delle infrastrutture, Norbert Hofer, e lo stesso Kickl si erano suddivisi i ruoli: mansueto e modi da statista il primo, che ha promesso di fare il possibile per garantire la stabilità e l'immagine dell'Austria. Aggressivo e livoroso il secondo: dopo una lunghissima requisitoria piena di elogi per il suo operato agli interni, Kickl ha sparato contro Kurz. Se quella di Ibiza è stata una irresponsabile sbronza dei protagonisti effetto dell'alcol, quella del cancelliere è una fredda e calcolata sbronza di potere.
In segno di sfida, Kickl ha annunciato poco dopo anche la promozione del suo uomo di fiducia Peter Goldgruber, molto controverso, segretario generale del ministero degli interni, anche a direttore generale per la sicurezza pubblica. Una plateale provocazione. Ennesima dimostrazione, il commento subito dopo di Kurz, che Kickl non ha capito la dimensione morale e politica dello scandalo nato dal video di Ibiza, confermandolo della bontà della decisione di rimuoverlo, se mai avesse avuto dei dubbi. E poco importa che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, abbia assicurato ieri che «questa storia non ha nulla a che fare con la Russia».
COMPLICAZIONI
La promozione di Goldgruber è stata comunque stoppata dal presidente Van der Bellen. Nel terremoto generale si è inserita anche una mozione di sfiducia contro il cancelliere dell'opposizione della Lista Adesso di Peter Pilz alla quale potrebbero unirsi anche gli altri partiti di opposizione e forse, così ha lasciato capire, anche la Fpö. In tal caso per Kurz le cose potrebbero mettersi male. A complicare la vita al cancelliere, ci si è messa anche la nuova leader socialdemocratica Spö, Pamela Rendi-Wagner, che spera di un cambio di equilibri e di diventare cancelleria.
Con le europee alle porte e, soprattutto, la campagna elettorale per legislative già partita, la leader Spö non intende evidentemente stare a guardare e lasciare il campo fino al voto al cancelliere conservatore con un vantaggio mediatico e di visibilità fino al voto. Dopo un colloquio alla Hofburg con Van der Bellen, Rendi-Wagner ha parlato di una vera crisi di Stato e annunciato il placet a un governo ponte di tecnici, ma condizionato: tutti i ministri, tutti, ha sottolineato, cancelliere Kurz incluso, devono andarsene ed essere sostituiti da tecnici fino a nuove elezioni.
Flaminia Bussotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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