Aumenti Iva e legge di Bilancio il piano in caso di voto a ottobre

Domenica 25 Agosto 2019
LE PROCEDURE
ROMA In cassaforte c'è il decreto legge per far slittare gli aumenti Iva: in caso di mancata soluzione della crisi di governo e quindi verosimilmente di voto anticipato in autunno è questo il piatto forte del Piano B che il ministero dell'Economia ha messo a punto. Con una copertura di fatto già disponibile tra i 4 e i 5 miliardi - grazie al combinato disposto di minore spesa per interessi e risparmi su Quota 100 - l'intervento legislativo avrebbe l'obiettivo di rinviare (fino a fine marzo o al più a fine aprile) gli incrementi delle aliquote, che altrimenti scatterebbero in ogni caso in quanto previsti da una norma precedente. Toccherebbe poi al successivo governo decidere il da farsi, trovando tutte le risorse aggiuntive. Questo però potrebbe non essere l'unico provvedimento che sarà necessario adottare. Se infatti si facesse concreta la possibilità che la legge di Bilancio non sia licenziata entro il 31 dicembre, allora in base alla Costituzione le Camere dovrebbero approvare una legge per autorizzare l'esercizio provvisorio, per un periodo massimo di quattro mesi (eventualmente da coordinare con quello della sospensione degli aumenti Iva). Su questo punto una decisione definitiva - nel caso - potrà essere presa solo più in là dall'esecutivo incaricato di gestire la transizione. Si tratta di una situazione relativamente nuova, anche se in verità in Italia il ricorso all'esercizio provvisorio c'è già stato oltre trenta volte fino agli anni Ottanta. Ma in particolare dopo l'avvento dell'euro le cose sono un po' cambiate.
CANALI PARALLELI
Attualmente la predisposizione della manovra di bilancio avviene su due canali paralleli, con scadenze più o meno sincronizzate: entro il 15 ottobre (come accade per gli altri Paesi europei) va inviato a Bruxelles il Draft budgetary plan contenente le scelte fondamentali di politica economica, i saldi e le grandezze dei principali interventi tra entrate e uscite; entro il 20 deve invece pervenire in Parlamento l'articolato della legge di Bilancio (che da alcuni anni incorpora, come sua prima parte, la vecchia Finanziaria). Come regolarsi con questi due adempimenti? La commissione europea già in passato si è mostrata tollerante verso i Paesi impegnati in competizioni elettorali e dunque si accontenterebbe probabilmente di un quadro tendenziale (la fotografia della situazione), aspettando il nuovo governo per le linee programmatiche.
In Italia, il disegno di legge potrebbe essere presentato alle Camere magari in versione essenziale: al successivo governo toccherebbe poi modificarlo e riempirlo di contenuti, sempre nel limite massimo dei quattro mesi. Durante i quali si ritiene che lo Stato comunque risparmierebbe, potendo contare ogni mese solo su un dodicesimo delle risorse disponibili per l'anno precedente. Ma il punto, naturalmente, è cosa succederebbe dopo.
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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