Attesa in auto di 5 minuti e si esce immunizzati Tutti in fila dai medici-soldato

Mercoledì 3 Marzo 2021
IL REPORTAGE
MILANO Ospedale militare di Baggio, la fase 1 bis è in pieno svolgimento. La mattina arrivano alla spicciolata infermieri, psicologi, dentisti, farmacisti, nel pomeriggio tocca agli ultra ottantenni. E in questo caso servono attenzioni e personale in più: per aiutare a compilare i moduli del consenso informato, per rispondere alle domande sullo stato di salute. I medici seguono gli anziani con pazienza e affetto: «È grazie a loro se noi oggi siamo qui». Il centro vaccinale di Baggio è partito un mese fa e con quello della Cecchignola a Roma è un hub modello realizzato dall'Esercito per la campagna vaccinale di massa. Da ieri per gli anziani con difficoltà motorie c'è anche una corsia preferenziale, possono attendere il loro turno seduti in auto.
I TURNI
Qui al centro ospedaliero militare diretto dal colonnello Fabio Zullino venti medici lavorano dalle nove del mattino alle sei del pomeriggio, turno unico. Si andrà avanti finché tutta la popolazione sarà vaccinata, adesso ci sono gli anziani, poi arriveranno gli insegnanti. Ora si procede al ritmo di 650 dosi al giorno e da domani, con l'apertura di un nuovo padiglione raddoppieranno a 1.300. Tra i primi a sottoporsi all'iniezione c'è Ugo Baldari, 99 anni e la lucidità di un giovanotto. È un ex alpino della divisione lombarda, ha partecipato alla campagna di Russia e quando esce con il cerotto al braccio dice di sentirsi sollevato. «È giusto fare il vaccino, sono contento. Sto seduto tutto il giorno in casa e sono insofferente, immaginiamoci un giovane - spiega - Ho provato a fare un raffronto tra la guerra e il Covid, anche se non sono comparabili. Ma almeno la guerra era chiara, invece così è come stare sempre all'angolo a spiare e non si può stare mai tranquilli». La procedura per la profilassi è rapida. C'è una tenda dove si compila l'autocertificazione, quindi si accede all'ambulatorio e nel giro di cinque minuti si esce vaccinati. Percorso seguito anche da Ebe Colombo, 102 anni, e Giovanni Nocerino, 101. «Non ho sentito male, è come fare la vaccinazione anti influenzale - ha detto la signora Ebe, subito dopo la somministrazione - Sono contenta di averla fatta perché vuol dire che si può andare avanti e poter incontrare senza problemi figli e nipoti. Tornerò a marzo per il richiamo». Giovanni Nocerino esibisce la simbolica medaglia del coraggio appuntata sul petto, regalo del personale dell'Esercito: «Ora mi sento a posto con la coscienza, con questa vaccinazione mi sono tolto dalla testa una grossa preoccupazione, mi sento molto più sereno».
MOBILITAZIONE
Gli over ottanta sono i migliori sponsor dell'operazione: convinti, consapevoli, determinati a riconquistare un piccolo spazio di libertà. Come la signora Liana, novant'anni: «Sono contentissima, aspettavo che mi chiamassero. Io esco e prendo i mezzi, così mi sento protetta». Anche per Angelo, 94 anni, è una giornata speciale: «Sono molto contento di ricevere il vaccino, sono anni che faccio anche l'anti influenzale e questo è necessario. Per fortuna oggi è il mio turno». Alda, 92 anni, ammette di avere avuto un po' paura e che per l'agitazione ha dormito poco: «Ma adesso sono molto felice. Noi anziani non ci muoviamo molto, però anche uscire a comprare il pane ci aiuta a socializzare». Finora a Baggio sono state iniettate oltre 10 mila dosi, tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca, di cui più 300 a domicilio nelle Rsa locali. Ma è dall'inizio dell'emergenza Covid che l'ospedale militare milanese è in prima linea. Ha approntato un reparto per contagiati che ha ospitato 240 pazienti, ha messo a disposizione la propria struttura e inviato personale sanitario a Lodi, Brescia, Bergamo, a supporto degli ospedali civili, nelle infermerie delle carceri di San Vittore e Bollate, nell'ospedale da campo costruito in tempo record a Piacenza e in alcune strutture per anziati in provincia di Mantova. Oggi sono 62 i medici e 112 gli infermieri operativi nel centro del colonnello Zullino e nei 28 punti tampone della Difesa attivi in tutta la Lombardia nell'ambito del programma Igea diretta dal Comando operativo di vertice interforze per svolgere lo screening della popolazione, con oltre 240 mila test effettuati. Presidi pronti a essere trasformati in hub vaccinali in base alle necessità.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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