«Assurdo contrapporre lavoro e ambiente Dai dem cultura anti-impresa che allarma»

Sabato 7 Dicembre 2019
«Assurdo contrapporre lavoro e ambiente Dai dem cultura anti-impresa che allarma»
Un altro vertice fiume, tensioni, minacce. Questa maggioranza è proprio senza pace, ministro Bellanova. Che sta succedendo?
«Sta accadendo una cosa inaudita. Nel vertice di ieri mattina le risorse disponibili per rimuovere Plastic tax e Sugar tax, gli ultimi due balzelli rimasti dopo le nostre insistenze, erano sul tavolo ma alla nostra richiesta di salvaguardare un pezzo rilevante del nostro sistema produttivo parti della maggioranza hanno risposto niet. Inaccettabile. Inaccettabile innanzitutto perché posta così è sembrata in tutta evidenza un dispetto fatto ad Italia Viva. Ma poi è inaccettabile per le motivazioni addotte: contrappore in questo modo lavoro e ambiente, mentre quello stesso sistema si è dichiarato disponibile alla transizione e alla riconversione, è da stolti. Significa non conoscere il Paese. Se il Pd pensa che il problema del Paese sono le imprese lo dica con chiarezza. Per me la priorità è tenere insieme lavoro e ambiente. È possibile. Sfido chiunque su questo terreno».
Il Pd accusa vi accusa di fare il gioco delle multinazionali. Cosa risponde?
«Metterla in questo modo è da miserabili. Io penso ai lavoratori. A quelli delle piccole e medie imprese coinvolti. Oltre a indebolire la nostra battaglia in Europa contro le etichette a semaforo, la Sugar tax allontana investimenti nel Paese e mette a rischio la tenuta di un settore in calo da 10 anni. Ci sono a a rischio più 5mila occupati senza considerare l'indotto. Circa l'80% delle Pmi passerebbe da un utile a una perdita, con un risultato operativo negativo. Quando alle multinazionali, dovremmo preoccuparci di attrarre gli investimenti, invece che metterli in fuga: questa cultura anti-impresa che sta emergendo alla nostra sinistra mi preoccupa alquanto».
Lo stesso Conte ha detto che bisogna abbassare le tasse, ma ogni partito della coalizione ha un'idea diversa dell'imposta da eliminare. Che giudizio da della mediazione del premier?
«La mediazione si fa con i fatti, non a parole. Senza farsi strattonare. Il premier ha detto al Paese che non ci saranno nuove tasse. Adesso ci aspettiamo coerenza».
Il punto è soprattutto come trovare il mezzo miliardo che servirebbe. Qual è la vostra proposta?
«Le risorse ieri mattina c'erano. Il punto è l'incomprensibile ostilità del Pd e la scelta di dirottarle altrove. Se non esistono totem, non capisco perché Reddito e Quota 100 sono intoccabili».
Italia Viva non ama particolarmente i vertici, mi pare. Perché non avete partecipato a quello sul Salva Stati?
«Sì, è vero, lo confesso: non amiamo molto i vertici di maggioranza stile prima Repubblica. Il confronto che ci interessa è, come stiamo dimostrando, quello nel merito. I litigi per capire a che punto è la foto di Narni li lasciamo agli altri. Sul Mes abbiamo detto con chiarezza quello che pensiamo ed è bene che se ne discuta in Parlamento».
Un altro tema che vede la maggioranza divisa è l'autonomia: a lei, donna del sud, convince il disegno di legge quadro che Boccia ha illustrato in Consiglio dei ministri?
«Abbiamo espresso la necessità di un confronto più approfondito. Lo dico come capo delegazione di una forza di maggioranza, come ministra di questo governo e come donna del Sud».
Infine la prescrizione: crede possibile un'intesa con M5S, come dice il Pd? Secondo il forzista Costa è solo una perdita di tempo e dovreste convergere sul suo ddl per il rinvio già incardinato alla Camera.
«Il nostro è uno Stato di diritto, il giusto processo deve avere una durata ragionevole e non può durare all'infinito. Populismo e giustizialismo si tengono. Ed io non sono nè populista nè giustizialista. Noi dobbiamo garantire una giustizia giusta, veloce, efficiente ed efficace e per far questo l'obiettivo deve essere uno solo: lavorare tutti per evitare processi eterni. Giustizia e giustizialismo non sono e non possono essere la stessa cosa».
Un'ultima domanda, ministro. In queste ore tutti, ma proprio tutti, i partiti di maggioranza si accusano l'un l'altro di puntare al voto. Renzi dice: non vorrei, ma se costretti siamo pronti. Quanto può andare avanti il governo in queste condizioni?
«La buona politica è anche costante verifica delle condizioni date. Italia Viva ha voluto questo governo nel solo interesse del Paese. Se questa condizione non è pienamente soddisfatta ci regoleremo di conseguenza»
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Barbara Jerkov
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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