IL CASO
ROMA All'Assemblea Regionale Siciliana adesso è caccia alle colf. Ci sarebbero almeno 20 portaborse al servizio dei deputati regionali inquadrati come collaboratori domestici. Che dopo la beffa di un contratto da serie B, potrebbero rischiare addirittura il posto.
Dopo la reprimenda della settimana scorsa da parte del presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti Maurizio Graffeo, che aveva chiamato tutti i capigruppo in udienza pubblica a giustificare la grande infornata delle assunzioni da parte dei 70 nuovi deputati eletti all'assemblea siciliana lo scorso novembre e divisi tra i nove gruppi politici, è incominciata una sorta di caccia alle streghe.
A finire sotto la lente d'ingrandimento sono i 162 assunti dai gruppi e dai singoli deputati regionali e tra questi, al fianco dei 74 stabilizzati attinti dal serbatoio dei precari storici, ci sono 88 portaborse con la qualifica D6 contrattualizzati dai deputati grazie a una norma inserita nella legge che ha recepito il decreto Monti sulla spending review, approvata quattro anni fa ma che è valida a partire da questa legislatura regionale.
La Corte dei conti ha scoperto e denunciato l'escamotage usato da diversi neodeputati di aver utilizzato i contratti da colf per pagare meno oneri previdenziali e utilizzare la somma annuale di 58.800 euro a disposizione di ogni eletto probabilmente per accontentare più persone. Una norma, esattamente il decreto presidenziale 293/2017 del predecessore di Miccichè, l'ex presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone che oltre a imporre il tetto di spesa per i collaboratori di un singolo deputato imponeva alcune regole che in molti casi non sono state tenute in considerazione.
Martedì scorso il presidente della Corte dei Conti Graffeo aveva chiesto a tutti i capigruppo presenti nell'udienza pubblica, se avevano tenuto conto della norma ma la risposta generale è stata quella di non essere a conoscenza di quel decreto, che è stato approvato a pochi giorni dal passaggio di presidenza.
Fatto sta che dopo la denuncia, a palazzo dei Normanni, sede dell'Ars si sono incominciati a muovere gli uffici preposti e in particolare i sindacati dei servizi a caccia dei contratti anomali e in particolare di quelli da collaboratore e collaboratrice familiare. Secondo l'amministrazione infatti, a maggior ragione dopo la denuncia della Corte dei Conti, i portaborse che hanno il contratto da colf non possono svolgere mansioni amministrative.
L'INQUADRAMENTO
E quindi non potrebbero lavorare all'Ars, a meno di svolgere altre mansioni al di là di quelle amministrative come ad esempio le pulizie. Tra le mansioni più curiose filtrate in questi giorni, ma dove non è ancora chiaro l'inquadramento, ci sarebbero i 12 addetti alla sicurezza e al primo soccorso assunti dal gruppo Forza Italia.
Ieri da Palazzo dei Normanni sono filtrate le prime indiscrezioni sulla caccia alle colf e sarebbero stati già individuati 20 contratti con questa qualifica, anche se in molti parlano di un numero ben maggiore che verrà fuori nei prossimi giorni, quando tutte le pratiche saranno state analizzate. Intanto la questione preoccupa sia per l'immagine del parlamento più antico d'Europa, sia perché come era stato ventilato la settimana scorsa, ci sarebbero dei rischi di danno erariale.
Per trovare una soluzione si starebbe muovendo la presidenza dell'assemblea. Per fine mese dovrebbe arrivare una soluzione sotto forma di emendamento alla legge di stabilità che dopo la mancata approvazione di fine marzo che ha messo in evidenza la mancanza di una maggioranza stabile per la giunta di Musumeci, dovrebbe essere approvata entro il 30 aprile. Anzi, secondo alcuni rumors, proprio questo emendamento salva staff potrebbe permettere un passaggio meno burrascoso dell'intera finanziaria.
Antonio Calitri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA All'Assemblea Regionale Siciliana adesso è caccia alle colf. Ci sarebbero almeno 20 portaborse al servizio dei deputati regionali inquadrati come collaboratori domestici. Che dopo la beffa di un contratto da serie B, potrebbero rischiare addirittura il posto.
Dopo la reprimenda della settimana scorsa da parte del presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti Maurizio Graffeo, che aveva chiamato tutti i capigruppo in udienza pubblica a giustificare la grande infornata delle assunzioni da parte dei 70 nuovi deputati eletti all'assemblea siciliana lo scorso novembre e divisi tra i nove gruppi politici, è incominciata una sorta di caccia alle streghe.
A finire sotto la lente d'ingrandimento sono i 162 assunti dai gruppi e dai singoli deputati regionali e tra questi, al fianco dei 74 stabilizzati attinti dal serbatoio dei precari storici, ci sono 88 portaborse con la qualifica D6 contrattualizzati dai deputati grazie a una norma inserita nella legge che ha recepito il decreto Monti sulla spending review, approvata quattro anni fa ma che è valida a partire da questa legislatura regionale.
La Corte dei conti ha scoperto e denunciato l'escamotage usato da diversi neodeputati di aver utilizzato i contratti da colf per pagare meno oneri previdenziali e utilizzare la somma annuale di 58.800 euro a disposizione di ogni eletto probabilmente per accontentare più persone. Una norma, esattamente il decreto presidenziale 293/2017 del predecessore di Miccichè, l'ex presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone che oltre a imporre il tetto di spesa per i collaboratori di un singolo deputato imponeva alcune regole che in molti casi non sono state tenute in considerazione.
Martedì scorso il presidente della Corte dei Conti Graffeo aveva chiesto a tutti i capigruppo presenti nell'udienza pubblica, se avevano tenuto conto della norma ma la risposta generale è stata quella di non essere a conoscenza di quel decreto, che è stato approvato a pochi giorni dal passaggio di presidenza.
Fatto sta che dopo la denuncia, a palazzo dei Normanni, sede dell'Ars si sono incominciati a muovere gli uffici preposti e in particolare i sindacati dei servizi a caccia dei contratti anomali e in particolare di quelli da collaboratore e collaboratrice familiare. Secondo l'amministrazione infatti, a maggior ragione dopo la denuncia della Corte dei Conti, i portaborse che hanno il contratto da colf non possono svolgere mansioni amministrative.
L'INQUADRAMENTO
E quindi non potrebbero lavorare all'Ars, a meno di svolgere altre mansioni al di là di quelle amministrative come ad esempio le pulizie. Tra le mansioni più curiose filtrate in questi giorni, ma dove non è ancora chiaro l'inquadramento, ci sarebbero i 12 addetti alla sicurezza e al primo soccorso assunti dal gruppo Forza Italia.
Ieri da Palazzo dei Normanni sono filtrate le prime indiscrezioni sulla caccia alle colf e sarebbero stati già individuati 20 contratti con questa qualifica, anche se in molti parlano di un numero ben maggiore che verrà fuori nei prossimi giorni, quando tutte le pratiche saranno state analizzate. Intanto la questione preoccupa sia per l'immagine del parlamento più antico d'Europa, sia perché come era stato ventilato la settimana scorsa, ci sarebbero dei rischi di danno erariale.
Per trovare una soluzione si starebbe muovendo la presidenza dell'assemblea. Per fine mese dovrebbe arrivare una soluzione sotto forma di emendamento alla legge di stabilità che dopo la mancata approvazione di fine marzo che ha messo in evidenza la mancanza di una maggioranza stabile per la giunta di Musumeci, dovrebbe essere approvata entro il 30 aprile. Anzi, secondo alcuni rumors, proprio questo emendamento salva staff potrebbe permettere un passaggio meno burrascoso dell'intera finanziaria.
Antonio Calitri
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