Appello della Regione agli infermieri: «Straordinario pagato in casa di riposo»

Venerdì 27 Novembre 2020
IL PERSONALE
VENEZIA Fra gli ospedali e le case di riposo, in Veneto mancano 2.525 infermieri. Per quanto riguarda il mare delle Ulss, una goccia arriverà dal concorso per 190 posti bandito da Azienda Zero, la cui serie di sei prove è terminata ieri pomeriggio a Padova. Ma è verosimile che buona parte dei 5.248 candidati arrivino dalle strutture per anziani, dove oltretutto l'emergenza è drammatica anche per le restrizioni nelle visite a cui sono sottoposti gli ospiti, motivo per cui la Regione ora tenta la carta del lavoro straordinario, cioè pagato ma volontario, da parte dei dipendenti del sistema sanitario.
LE LISTE
L'operazione è stata annunciata ieri dal governatore Luca Zaia e dall'assessore Manuela Lanzarin, al termine della videoconferenza con i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, con i quali è stato raggiunto questo accordo. I dg stilano le liste di disponibilità, a cui gli infermieri possono iscriversi e a cui le Rsa possono attingere. Il meccanismo prevede che, al di fuori del turno ordinario in ospedale, gli infermieri possano svolgere attività nelle residenze per anziani, con una retribuzione oraria di 35 euro. «Rivolgo un appello a tutti ha detto Zaia in un momento in cui le case di riposo si trovano in estrema sofferenza. Mentre in giro si parla tanto di veglioni, abbiamo migliaia di anziani isolati, che non vedono i parenti da mesi per il rischio di essere contagiati. Chi ha il sabato mattina libero, o magari finisce di lavorare al pomeriggio e ha un po' di tempo alla sera, può prestare qualche ora retribuita in questi centri».
LE PERPLESSITÀ
Nell'apprendere la notizia Ivan Bernini, segretario regionale della Fp Cgil, non ha nascosto le sue perplessità: «Il rischio di contagio è altissimo e molti sanitari sono già in quarantena. Inoltre a causa dell'emergenza Covid, ferie e riposi sono congelati, con turni di 12 ore al giorno. Pensando poi che il 75% del personale del comparto è costituito da donne, magari con famiglie in cui i figli sono pure a casa da scuola, ritengo difficile che un'infermiera alla fine del suo turno possa avere voglia di fare anche gli straordinari in casa di riposo, dove serve una presenza strutturata, non a gettone». Ma la Regione è determinata ad andare avanti. «Le prime tre o quattro Ulss hanno già emanato i bandi per la manifestazione di interesse», ha specificato Lanzarin, precisando che invece l'operazione non può essere replicata per gli operatori sociosanitari, «in quanto la convenzione non è fattibile in base al loro contratto». Ma anche quello degli oss è un nodo da sciogliere, alla luce delle segnalazioni sulle graduatorie bloccate, malgrado le necessità lamentate dai reparti ospedalieri. «Abbiamo stanziato 3 milioni nel 2019 e altri 2 nel 2020 per sostenere i corsi di formazione, però a quanto pare il lavoro non è appetito», ha dichiarato l'assessore.
LE ASSUNZIONI
Il punto sulle assunzioni, nell'ambito delle misure sanitarie per il contrasto alla pandemia, è stato fatto l'altro giorno dalla Corte dei conti, nell'audizione sulla manovra che si è svolta davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Complessivamente in Veneto ne sono state perfezionate 1.919, di cui 473 per medici e 796 per infermieri, con varie formule contrattuali. In rapporto libero-professionale sono stati ingaggiati 124 medici, 103 specializzandi e 95 abilitati non specializzati, nonché 81 infermieri e 69 altre figure. Stesso regime anche per i richiamati dalla pensione: 91 medici e 10 infermieri. Incarichi individuali a tempo determinato sono stati conferiti a 31 medici, 144 infermieri e 140 altre figure, mentre le assunzioni a tempo indeterminato ne hanno riguardati rispettivamente 22, 555 e 431.
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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