Anche Guadagnini e Bartelle lasciano il consiglio regionale

Martedì 22 Settembre 2020
Anche Guadagnini e Bartelle lasciano il consiglio regionale
I PICCOLI PARTITI
VENEZIA L'indipendenza del Veneto svapora, la sinistra resta fuori dal nuovo consiglio regionale come i no vax. La sfida impossibile dei candidati presidenti dei piccoli partiti alla prova del voto conferma le previsioni: tutti sotto l'1%, ben lontano dalla soglia di sbarramento del 3%.
Nessun consigliere regionale e bocciati i due uscenti: Antonio Guadagnini (0,8% personale, il suo Partito dei Veneti è sull'1%) e Patrizia Bartelle (Veneto ecologia e solidarietà più civiche, 0,6%). E se Guadagnini non si fa trovare per commentare la sconfitta, la Bartelle è fatalista: «Non è un problema non entrare in consiglio regionale, per noi era importante lanciare questo nuovo progetto per il futuro che ha al centro l'ambientalismo e la sensibilità a tematiche sociali - afferma l'ex 5stelle -. Il fatto di esserci, questa è già una vittoria. Abbiamo iniziato un percorso, il nostro simbolo rimarrà. Dovevamo rappresentare una parte dei cittadini veneti che non si sentivano rappresentati da situazioni ipocrite: penso ai Verdi che sono andati con chi porta avanti gli inceneritori o la lista Lorenzoni che si è alleato con tutti. Ora ci siamo organizzati anche a livello locale e territoriale, continueremo le nostre battaglie contro l'inceneritore di Fusina, perché le Olimpiadi di Cortina non facciano scempio dell'ambiente e che la Regione si occupi di persone autosufficienti investendo anche nelle case di cura. Abbiamo fatto la battaglia giusta per le cose giuste, sapevamo come sarebbe andata», risponde secca la Bartelle.
Il debutto di Paolo Girotto (Movimento 3V Libertà di Scelta, 0,8%) non è stato esaltante, anzi, ma lui attacca a testa bassa il vincitore: «Zaia è un pericolo per la democrazia, questo è l'effetto del terzo mandato quando ci sarebbe il limite di due. È stato per quattro mesi in televisione», la dichiarazione del no-vax. «Per quanto riguarda il nostro risultato pensavamo di ottenere qualcosa di più. È anche vero che eravamo presenti in 5 province su 7 per cui dovremmo fare delle proporzioni per valutare correttamente il dato - dice Girotto -, ma è comunque un risultato che dimostra che le persone si muovono all'interno di un bipolarismo che non sta di certo bene all'Italia».
NUOVO PROGETTO
Nessun rammarico anche per Paolo Benvegnù della lista Solidarietà Ambiente Lavoro - Rifondazione Pci (in serata ancorato allo 0,8%): «Che restassimo fuori era previsto: abbiamo iniziato tardi, con pochi mezzi. In alcune realtà siamo più presenti, come nel Veneto orientale, a Mestre, a Marghera, alcuni quartieri di Padova». L'alleanza mancata con la Bardelle? «Con lei abbiamo avuto un confronto e un dialogo che non è approdato a risultati, noi abbiamo un'articolazione di proposta politica a 360 gradi, Bardelle e i suoi hanno molto meno radicamento sul territorio, pensavano di poter dettare le condizioni perché avevano il consigliere regionale. I veneti hanno dato un giudizio positivo su come ha gestito l'emergenza Zaia, e dall'altra parte non c'era una vera alternativa: il centrosinistra sulle scelte concrete, le grandi opere, l'autonomia differenziata, non è molto diverso. A Venezia invece appoggiamo Baretta: in molte regioni e città importanti d'Europa ci sono al governo coalizioni rosso-verdi, per noi questa è la prospettiva politica perché il prossimo futuro sarà segnato pesantemente dalla crisi economica».
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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