Aids, il vaccino made in Italy può evitare i farmaci a vita

Giovedì 14 Febbraio 2019
LA RICERCA
ROMA Mai più schiavi dei farmaci antiretrovirali. È il sogno di ogni persona affetta da Hiv ed è l'obiettivo ambizioso a cui un gruppo di ricercatori italiani essersi avvicinati. Infatti, il vaccino sviluppato e testato da 8 centri italiani, coordinati dall'Istituto superiore di sanità (Iss), si e dimostrato in grado di ridurre del 90% il «serbatoio di virus latente», quello che rimane nascosto all'interno delle cellule infette per tutta la vita e che i soli farmaci non riescono ad eliminare.
Il vaccino made in Italy sembra quindi in grado di colpire quella parte silente del virus che periodicamente si riattiva per ricominciare a replicarsi, motivo per cui i malati diventano schiavi a vita della terapia antiretrovitale. Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology, i ricercatori italiani hanno dimostrato che il loro vaccino Tat, che agisce sull'omonima proteina che permette la replicazione e la diffusione del virus, potrebbe davvero aiutare a controllare il virus.
NUOVE PROSPETTIVE
«Si tratta di risultati - afferma Barbara Ensoli, direttore del Centro Nazionale per la Ricerca su Hiv/Aids dell'Iss, che ha coordinato il gruppo di ricerca - che aprono nuove prospettive per una cura funzionale' dell'Hiv, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con Hiv, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando l'aderenza alla terapia e la qualità di vita, problemi di grande rilevanza soprattutto in bambini e adolescenti, con l'obiettivo, in prospettiva, di giungere all'eradicazione del virus». I risultati dello studio quantomeno fanno ben sperare. Il vaccino somministrato otto anni fa a 92 volontari ha consentito il mantenimento di anticorpi anti-Tat per tutti questi anni nel 37% dei casi. Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato un aumento dei linfociti T CD4, cioè quelle la cui distruzione da parte del virus causa l'Aids, e una riduzione del virus latente. Questi risultati aprono la strada a studi di interruzione programmata e controllata della terapia nei volontari in trattamento con i farmaci antiretrovirali vaccinati con Tat, attualmente in corso di pianificazione. Studi che sono a rischio per mancanza di risorse.
ll vaccino Tat contro l'Aids «nel giro di due anni dice Ensoli - potrebbe essere disponibile per la cura effettiva dei pazienti. Servono solo i fondi per le ricerche, in Italia e in Sudafrica. Per lo studio pilota necessario a capire se con l'uso del vaccino si può interrompere la terapia oggi utilizzata, da realizzare nel nostro paese, sono necessari almeno 3 milioni di euro. Per lo studio in Sudafrica, di fase 3, di cui sono già disponibili i protocolli, ne servirebbero almeno 15». Servono quindi i soldi per finanziare le ulteriori fasi della sperimentazione. «Purtroppo è un problema antico ma oggi i fondi per l'Aids sono completamente scomparsi in Italia. Credo sia necessario fare, a livello nazionale, ma anche internazionale, uno sforzo in più per debellare questa malattia che non è scomparsa».
L'IMPEGNO
L'impegno dei ricercatori italiani c'è, eccome. Quest'anno, ad esempio, partirà in 3 continenti, il secondo step della sperimentazione del primo vaccino terapeutico pediatrico contro l'Hiv, sviluppato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma. Saranno coinvolti circa 100 bimbi già malati di Aids.
L'Ospedale della Santa Sede, infatti, capofila del progetto internazionale di ricerca EPIICAL, ha ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano che consentirà di testare il vaccino in Italia, Thailandia e Sudafrica. La prima sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna, un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno. Ora partirà la sperimentazione su un campione più ampio, che conterà circa 100 bambini con Aids conclamato alla nascita e da subito in trattamento con terapia standard.
Valentina Arcovio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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