Acquisto dei vaccini Zaia per ora si arrende «Ma l'Europa è debole»

Sabato 27 Febbraio 2021
LE TRATTATIVE
VENEZIA Estenuato dalle trattative (e dalle polemiche), ieri Luca Zaia ha liquidato la vicenda con il sorriso: «Comprare vaccini per gli altri? Per adesso solo grappa». Il riferimento era alla punzecchiatura di Vincenzo De Luca, presidente della Campania, che nei giorni scorsi aveva definito «una bestialità» l'acquisto tramite gli intermediari («I vaccini sono un prodotto un po' diverso dalla grappa barricata»). Battute a parte, il governatore del Veneto non ha più voglia di ripeterlo: la Regione ha ricevuto una ventina di offerte di cui ha fornito la documentazione ai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità; ha domandato l'autorizzazione per l'importazione all'Agenzia italiana del farmaco, che l'ha dirottata sul commissario straordinario Domenico Arcuri; su indicazione di quest'ultimo, ha chiesto a due mediatori i numeri dei lotti, ma non ha più ricevuto alcuna comunicazione. Caso chiuso? Mai dire mai. Di sicuro le proposte continuano ad arrivare, ma il direttore generale Luciano Flor non procede oltre.
L'INTERMEDIARIO
Nella famosa cartellina restano dunque le bozze di contratto per 27 milioni di dosi PfizerBiotech, fra cui i 15 prospettati da Luciano Rattà. Ospite di Uno, nessuno, 100Milan su Radio24, proprio ieri l'intermediario ha raccontato la sua verità: «Lavoro con un distributore e avevo fatto un'offerta alla Regione Veneto. Le dosi erano 2,5 milioni di fiale e ogni fiala sono 5 o 6 dosi. Il prezzo era esattamente lo stesso che avrebbe pagato, e che paga, la Comunità Europea. Non esiste un mercato parallelo: esiste un mercato. La consegna del vaccino la fa sempre l'azienda, la fa sempre Pfizer. La condizione sine qua non per comprare un farmaco è che deve comprarlo un Governo. In questo caso io ho considerato la Regione Veneto un Governo». Ma poi cos'è successo? «Poi io non entro nelle dinamiche politiche ha aggiunto Rattà per cui io non so se la Regione può comprare o non può comprare il vaccino, io però la giudico un Governo e quindi la condizione viene rispettata. Con la mia società non ho mai fatturato un euro con la pubblica amministrazione italiana. L'unica offerta è stata quella del Veneto, perché poi il resto del lavoro viene fatto all'estero in Paesi extra-Cee. Disgraziatamente mi è stata fatta quella richiesta, perché sennò non sarei neanche stato coinvolto in tutte queste situazioni».
L'EUROPA
Evidentemente la questione va ben oltre i confini regionali, tanto che il premier Mario Draghi si è rivolto all'Europa. «Il suo è un appello autorevole osserva il leghista Zaia che non può essere rispedito al mittente. Di certo ne esce una posizione europea debole sul fronte dei vaccini. È evidente che altri Paesi nel mondo hanno stipulato contratti migliori. L'impressione è che si poteva fare di più». Ribatte l'europarlamentare dem Alessandra Moretti: «Temo che le polemiche contro l'Europa sui vaccini, locali e nazionali, siano strumentali a coprire errori e inefficienze. Se non ci fosse stata l'Unione Europea, ogni Paese sarebbe andato in ordine sparso offrendo alle aziende farmaceutiche la possibilità di giocare al rialzo sui prezzi o, peggio, saremmo diventati i vassalli della Cina e della Russia».
LA CAMPAGNA
Secondo l'ultimo aggiornamento, la campagna vaccinale in Veneto è arrivata a somministrare 315.262 dosi, con 110.588 persone già immunizzate. Per lunedì sono attese consegne per altre 62.050 iniezioni. I numeri sono piccoli, le critiche restano pepate. I consiglieri regionali dem Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni tornano alla carica: «Siamo al quindicesimo posto ma Zaia non è assolutamente preoccupato, i più anziani rischiano di avere la propria dose in estate, nonostante siano quelli con maggiori fragilità». I colleghi forzisti Elisa Venturini e Alberto Bozza hanno presentato due interrogazioni: la prima per chiedere «se c'è la possibilità estendere all'intera categoria dei farmacisti l'avvio della profilassi», la seconda per domandare «di valutare la possibilità di individuare le farmacie come centri di vaccinazione (con il supporto di personale medico) e come luogo di conservazione e distribuzione per conto delle fiale ai medici di famiglia».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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