Accompagnò l'amico a suicidarsi in Svizzera: archiviato

Martedì 13 Novembre 2018
COMO Non ha commesso alcun reato l'uomo che nel settembre di un anno fa accompagnò in Svizzera un amico di 62 anni, ingegnere in pensione di Albavilla (Como), da anni in cura per depressione, che scelse la via del suicidio assistito in una clinica di Zurigo. L'amico, proprio per averlo accompagnato fino a Lugano, era stato indagato per «istigazione o aiuto al suicidio», ma la procura di Como, con un' interpretazione condivisa e fatta propria dal giudice delle indagini preliminari, ne ha chiesto e ottenuto l'archiviazione, ritenendo la condotta dell'uomo un contributo irrilevante, minimo, che non ha influito sulla chiara volontà dell'ingegnere di porre volontariamente fine alla sua vita. Questo, indipendentemente dal fatto che l'amico fosse o meno a conoscenza delle intenzioni del pensionato quando lo accompagnò oltreconfine.
La storia era emersa soltanto post mortem, quando al Comune di Albavilla fu recapitata una lettera dell'ingegnere in cui rivelava di avere scelto la via del suicidio assistito in Svizzera e forniva una serie di indicazioni per il funerale, laico, e la sepoltura.
L'ingegnere era rimasto solo dopo la morte della mamma e del fratello, con i quali conviveva, e da una decina d'anni era in cura per problemi psichici e per una forte depressione. Il Comune di Albavilla aveva consegnato la lettera ai carabinieri e alla Procura, che ha aperto un fascicolo per valutare se nella vicenda si configurassero reati commessi in Italia.
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