«A processo gli ultimi 30 secessionisti»

Domenica 17 Giugno 2018
«A processo gli ultimi 30 secessionisti»
L'UDIENZA
ROVIGO In una Rovigo blindatissima sono comparsi davanti al giudice gli indipendentisti accusati di associazione sovversiva nonché della costruzione del tanko, riproposizione di quello della ben nota impresa del campanile di San Marco del 1997, che è stato trovato in costruzione in un capannone a Casale di Scodosia con un blitz del Ros nell'aprile 2014, in seguito al quale scattarono 24 arresti. Secondo l'accusa, infatti, il tanko è da ritenersi come un carro armato che gli imputati avevano intenzione di realizzare, procurandosi anche degli esplosivi, per compiere «atti di violenza quali l'occupazione militare di Piazza San Marco in Venezia, diretti a costringere i legittimi poteri pubblici ad acconsentire all'indipendenza del Veneto e di altre regioni del nord Italia, così determinando lo scioglimento dell'unità dello Stato in violazione dell'articolo 5 della Costituzione». Il fatto politico emerso con forza già ieri è che la Presidenza del Consiglio di ministri ed il ministero dell'Interno, pur citati come parti offese, non hanno chiesto la costituzione di parte civile, diversamente da quanto era accaduto in precedenza, sotto il governo Renzi.
LA MODIFICA
Nella formulazione del capo d'imputazione compariva anche la frase «per finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico», ma la prima parte è stata modificata fin da subito. Come del resto, era già avvenuto a Brescia. L'udienza di ieri, infatti, non è altro che la riproposizione di quanto già andato in scena al Tribunale di Brescia, dove si era inizialmente radicato il procedimento. Per arrivare alla secessione, infatti, un gruppo di indipendentisti veneti, lombardi, ma anche sardi avrebbe fondato l'associazione L'Alleanza, il cui documento costitutivo risulterebbe essere stato firmato in un ristorante a Erbusco, nel Bresciano, nel maggio 2012. Le indagini della Procura bresciana avevano poi ricostruito gerarchie ed attività, facendo scattare il blitz e gli arresti del 2014. Dopo che il 26 giugno dello scorso anno tutti e 46 i secessionisti erano stati rinviati a giudizio dal gup bresciano Alessandra Sabatucci, che aveva comunque derubricato l'accusa da quella pesantissima di terrorismo a quella di associazione sovversiva, ad ottobre la Corte d'Assise del Tribunale di Brescia aveva accolto l'eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalle difese, disponendo che anche questo processo fosse celebrato a Rovigo, così come già era stato inviato nel capoluogo polesano lo stralcio relativo alla costruzione vera e propria del tanko, con la relativa accusa di costruzione e detenzione di arma da guerra, perché avvenuta a Casale di Scodosia, che rientra sotto la competenza di Rovigo.
LA PERIZIA
I due fascicoli si sono riuniti ieri, con il pm Sabrina Duò che ha chiesto una nuova perizia sul tanko. Ormai due anni fa, infatti, il giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini aveva fatto eseguire una perizia balistica, dalla quale era risultato che non fosse possibile dimostrare una spiccata capacità offensiva della ruspa blindata, con i colpi sparati che non avevano infranto un vetro antisfondamento. Il giudice per le udienze preliminari Alessandra Martinelli ha respinto questa richiesta. Nel corso dell'udienza, con oltre un centinaio di serenissimi che pacificamente hanno manifestato per ore davanti al Tribunale, urlando slogan come «patrioti liberi», sono state sostanzialmente discusse solo le 15 richieste di proscioglimento arrivate da parte della stessa accusa. Tutto è stato poi aggiornato, per discutere invece delle altre 30 richieste di rinvio a giudizio (il trentunesimo indagato è deceduto), al prossimo 14 luglio.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci