Immaginate una città grande più o meno come Catania o Bari, 300mila abitanti circa. E adesso immaginate che non ci sia più, scomparsa nel giro di un anno. Culle vuote, più giovani (e non solo) in fuga all’estero, meno stranieri in arrivo ed ecco che l’Italia si rimpicciolisce. Avanti così e nel giro di 44 anni sarà un Paese dimezzato, tra i 23 che secondo una previsione della University of Washington vedrà la sua popolazione ridursi del 50%. Tante altre città sparite. Il declino demografico è la prima tra le emergenze, fermare questo trend la sfida dei prossimi anni. In un Paese con sempre meno bebè e sempre più nonni, il futuro è in bilico e i conti non tornano: più pensionati che lavoratori, spese di cura alle stelle, crollo dei risparmi e crescita sotto zero. Una rotta che va invertita al più presto se non ci si vuole rassegnare a diventare un Paese mini. Per mettere al mondo figli serve la serenità di poterli crescere senza impoverirsi troppo e senza fare salti mortali. In poche parole, più soldi e servizi per le famiglie. Alleggerire le tasse, aumentare i posti negli asili nido e ancora di più i giorni di congedo parentale, sostenere l’occupazione femminile sono alcune tra le misure necessarie per fermare il declino demografico.
Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 16:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri
Gli ultimi dati Istat (2019) ci consegnano l’immagine di un Paese vecchio e stanco, incapace di guardare avanti.I nuovi nati sono stati il 4,5% in meno rispetto all’anno precedente (-19mila). Per ogni 100 residenti morti, ci sono appena 67 neonati, il dato più basso dal 1918. Se si aggiungono ai 212 mila italiani in meno sui registri anagrafici (il saldo tra i 647mila morti e i 435mila nati del 2019) i 120 mila residenti che hanno scelto definitivamente l’estero, ecco che mancano all’appello 332 mila persone. Più o meno la città di Bari. La prima conseguenza è che si andrà sempre più riducendo il numero dei cittadini in età da lavoro: entro il 2050 saranno la metà, mentre agli inizi degli anni ‘80 erano il 70%. Già l’Italia spende oggi per le pensioni più del doppio della media Ocse. Che succederà tra pochi anni? Nel 2021 la pubblica amministrazione avrà più pensionati che dipendenti. Una situazione insostenibile per le casse dello Stato: non ci saranno soldi per la previdenza, la sanità, la scuola e la difesa. Siamo messi malissimo e non si vedono schiarite. Tanto più che l’invecchiamento della popolazione e il crollo demografico frenano la crescita e sono un’ipoteca sulla possibilità di uscire dalla crisi.