Una tragedia annunciata, dalle violenze in famiglia alla rabbia sfogata sul web: «L'uomo non è fatto per le sconfitte»

Giovedì 9 Giugno 2022 di Angela Pederiva
Zlatan Vasiljevic
1

VICENZA - Le cene di Natale, le pose buffe sulla neve, le gite a Venezia. Nell'album dei ricordi, Zlatan Vasiljevic conservava le immagini di tutta la sua prima vita: centinaia di foto con la compagna Lidija Miljkovic e con i loro due figli, il ritratto pubblico di famiglia felice, almeno nell'apparenza da ostentare sui social.

Negli ultimi tre anni, invece, solo scatti solitari e parole rabbiose, inquietanti avvisaglie della cronaca di una tragedia annunciata, «come tutte quelle di questo genere», mormora Benedetto Mondello, che della 42enne era il principale e il cognato, fratello com'è del suo nuovo compagno.


LE DENUNCE
Lidija non aveva esitato a cercare di difendere se stessa e i propri bambini. «Denunce su denunce in Tribunale da anni», racconta Mondello, titolare dell'azienda Food&Co di Vicenza in cui la donna operava nel catering, in aggiunta all'impiego come collaboratrice domestica. «Qualche anno fa rivela il datore di lavoro lui le aveva fracassato il cranio. Lei è stata in malattia mesi, ma nessuno riteneva che la situazione fosse grave. Addirittura l'ha denunciata perché veniva a lavorare e abbandonava i figli secondo lui. Questa è gente pazza, che va in giro tutto il giorno senza far niente. Magari con l'avvocato gratis, perché poveretto non lavora... E così ha tutto il tempo di causare problemi».


L'ORDINE
Il 26 marzo 2019 i carabinieri di Altavilla Vicentina avevano eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di Zlatan. Il giudice per le indagini preliminari aveva ricostruito i maltrattamenti in famiglia fin dal 2011, citando la «perseveranza dimostrata dal Vasiljevic, unitamente all'abuso di alcol e alla sua incapacità o comunque alla mancanza di volontà di controllarsi pure in presenza dei figli minori, costretti ad assistere alle continue vessazioni ai danni della madre». Il che consentiva «di ritenere altamente verosimile il verificarsi di nuovi episodi di violenza, tanto più in ragione dell'allontanamento» della donna «dalla casa familiare e dalle tendenze controllanti e prevaricatorie dimostrate dall'indagato, che potrebbero con ogni probabilità subire un'escalation in termini di gravità e condurre a tragiche conseguenze».


GLI EPISODI
Diversi gli episodi allarmanti: Vasiljevic «afferrava per il collo» la compagna, «la spingeva contro il frigorifero della cucina e la minacciava con un coltello» che le infilava in bocca, ubriaco la aggrediva a letto stringendole il collo «come per strangolarla» e urlando «ti uccido, ti cavo gli occhi», la colpiva al volto «con violenza tale da farla cadere al suolo». Ma in prigione Vasiljevic era rimasto poco, tanto che già a dicembre 2019 era arrivato un ordine di non avvicinamento, emesso dall'autorità giudiziaria su richiesta dei carabinieri di Schio, dove Lidia si era trasferita con i ragazzi dopo la separazione.


LE FRASI
Una rottura a cui potrebbero riferirsi le frasi in lingua bosniaca postate su Facebook dal 42enne la scorsa estate, in un collage di presunto orgoglio e malcelato risentimento. Alcune sono citazioni di autori famosi. Come questa di Ernest Hemingway: «L'uomo non è stato fatto per le sconfitte. Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto». O quella di Al Pacino: «Le cicatrici lasciate da persone vicine non possono essere curate da nessuno. Sapevano dove stavano colpendo». Ancora, Jovan Dui: «Ci sono persone che sono più coraggiose di fronte alla morte che di fronte alla vita». E poi Fëdor Michajlovi Dostoevskij: «Spesso un uomo soffre per alcuni anni, si calma, sopporta anche le punizioni più crudeli e improvvisamente si abbatte su alcune piccole cose, su qualche sciocchezza, quasi per niente». Oppure, in un crescendo di inquietante allusività, ecco Al Capone: «Non pensare che la mia gentilezza sia un segno di debolezza. Sono gentile con tutti, ma quando qualcuno non è gentile con me, la debolezza non è ciò per cui si ricorderanno di me».
Altre affermazioni sono invece senza firma e trasudano un misto di fierezza e acredine, prima degli ultimi post muti, soltanto sorrisi in solitudine sullo sfondo di montagne e cascate. Per esempio: «Fortuna e pace non comprerai con quei soldi per cui hai venduto faccia e anima». Oppure: «Quando perdi il tuo orgoglio, non hai perso nulla; quando perdi la salute, perdi la metà; quando perdi la tua volontà, perdi tutto». E poi: «Potrei perdere la battaglia, ma non permetterò la sconfitta. Posso perdere il cuore, ma mai la faccia!». Ancora: «Mi hanno spezzato il cuore e mi hanno tolto l'anima senza anestesia, così sono sopravvissuto». Invece no, l'assassino della sua ex compagna e della sua attuale fidanzata non ha avuto il coraggio di restare vivo, dopo tutto questo scempio.
 

Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 14:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci