VICENZA - Uccisa e data in pasto ai maiali. Una storia terribile. Si è chiuso con archiviazione, a 24 anni dal fatto, l'omicidio di Virginia Mihai, la moglie di un allevatore di Velo d'Astico (Vicenza), Valerio Sperotto, i cui resti furono rinvenuti nella porcialia dell'azienda dell'uomo. Che l'assassino, o l'assassina, si fossero disfatti in questo modo del cadavere - dopo averlo fatto a pezzi - fu provato dal ritrovamento dell'unghia di un alluce di Mihai, nel 2017, dagli archeologi forensi.
Il cold case di Velo d'Astico si era arricchito negli anni di una seconda inquietante ipotesi: ovvero che la stessa fine l'avesse fatta anche la precedente moglie di Sperotto, Elena Zecchinato, di cui si erano perse le tracce nel 1988. Gli esperti forensi avevano infatti rinvenuto nella porcilaia altri presunti resti umani, oltre a una motosega nascosta all'interno di una botola. Ma questi non avevano permesso di portare all'identificazione di altre persone. L'unica verità storica accertata è rimasta «la morte di Virginia Mihai per mano di terzi nelle prime ore del 22 aprile 1999» all'interno dell' abitazione di Valerio e Arianna Sperotto. Rimasta ora senza un colpevole.
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