Ulss 7, quelle ombre sulle liste d'attesa: così è scattata la nuova inchiesta

Giovedì 3 Novembre 2022 di Angela Pederiva
L'ospedale San Bassiano a Bassano, centro dell'Ulss 7 Pedemontana

BASSANO - L'ombra delle liste d'attesa scavalcate nell'erogazione delle prestazioni sanitarie. È quella che si allunga dietro il blitz della Guardia di finanza all'Ulss 7 Pedemontana, dove una settimana fa sono stati acquisiti centinaia di documenti cartacei e informatici su libera professione, sale operatorie e appalti. Ufficialmente sono stati esclusi legami fra queste indagini e l'inchiesta per minaccia a pubblico ufficiale continuata a carico del patron televisivo Giovanni Jannacopulos, coordinata dalla Procura di Vicenza, ma non è escluso che, proprio approfondendo la denuncia del direttore generale Carlo Bramezza, gli investigatori abbiano inteso fare luce sulla gestione attuale e passata dell'ospedale di Bassano del Grappa.

LIBERA PROFESSIONE
Il primo capitolo riguarda l'esercizio della libera professione, all'interno del San Bassiano, effettuata dai medici fra il 2018 e il 2022. L'azienda sanitaria ha messo a disposizione la documentazione risalente anche al 2017. Di conseguenza i finanzieri hanno potuto conteggiare da allora, e fino ad agosto di quest'anno, 466 ricoveri con onere della degenza in regime di libera professione (e dunque a pagamento per i pazienti): 302 in Urologia, 93 in Chirurgia generale, 57 in Otorinolaringoiatria, 7 in Oculistica, 4 in Chirurgia vascolare, 2 in Ortopedia/Traumatologia e 1 in Ostetricia/Ginecologia. Inoltre sono state già acquisite 346 cartelle cliniche, con l'impegno di recuperare anche le 83 finora stoccate in un archivio esterno a Schio e le 37 tuttora collocate nei reparti, per un totale di 466 ricoverati.

SALE OPERATORIE
Il secondo faro è stato acceso sull'attività delle sale operatorie sempre fra il 2018 e il 2022. Attenzione: non per tutti gli interventi chirurgici, ma solo per quelli effettuati in urgenza dopo le 17. A questo proposito, i militari hanno ricostruito le modalità di gestione delle operazioni appunto non ordinarie, individuando tre tipologie di procedura. Nelle emergenze che si manifestano al Pronto soccorso, il paziente viene inviato all'unità operativa specialistica, dove il chirurgo valuta l'effettiva urgenza operatoria. Se invece il malato è già ricoverato in reparto quando la situazione clinica precipita, il medico competente attiva il gruppo operatorio attraverso un fax diretto. Nel caso in cui l'urgenza avvenga di notte (cioè dopo le 19.30) e nei giorni di festa, il medico di guardia attesta la necessità di intervenire, dopodiché tramite la portineria dell'ospedale allerta l'équipe infermieristica e mediante un sistema elettronico incarica l'anestesista in servizio notturno o festivo. Per questo sono stati portati via, o collocati in armadi protetti da sigilli, tutti i fax di attivazione delle urgenze.

APPALTI E FORNITURE
Il terzo filone di accertamenti coinvolge gli appalti e gli affidamenti diretti, per la fornitura di beni e servizi all'Ulss 7 Pedemontana, ancora fra il 2018 e il 2022. Sono così state riempite 6 scatole di fascicoli relativi alle gare in cui le imprese aggiudicatarie o affidatarie hanno chiuso contratti che hanno compreso subappalti. Si tratta di procedure relative alla conduzione e alla manutenzione di impianti tecnologici (come la distribuzione di gas medicali ed anestetici), a lavori edili, a interventi di falegnameria.

Tre le aziende interessate: due ditte padovane e un colosso internazionale.

DIRIGENZA MEDICA
Cosa c'entra tutto questo con il caso Jannacopulos? Lo ribadiamo: formalmente nulla, dal momento che l'imprenditore è accusato di aver promosso tramite Rete Veneta una campagna denigratoria nei confronti di Bramezza, contestazione peraltro fermamente respinta dall'81enne, che difatti ha già presentato ricorso al Tribunale del Riesame. Tuttavia proprio dagli atti dell'inchiesta condotta dal pm Serena Chimichi, in rilevante parte recepiti dall'ordinanza del gip Matteo Mantovani, emerge la presunta vicinanza del patron televisivo «agli interessi della dirigenza medica», dimostrata secondo la denuncia del direttore generale da colloqui in ospedale «con diversi primari e medici» con i quali «risultava essere in buoni rapporti», tanto che la tesi accusatoria è che lo stesso Bramezza sia stato attaccato mediaticamente perché non avrebbe assecondato le richieste di Jannacopulos sulla gestione del San Bassiano.

CARTELLE INCROCIATE
Commentando al Tgr Veneto l'indagine della Finanza, il dg (in carica da marzo del 2021) nei giorni scorsi ha detto: «Da quando sono arrivato io, le cose sono in parte ben cambiate, continuiamo così». Inevitabile allora la domanda: come funzionava prima? Potrebbe essere questo l'interrogativo che si sono posti anche i militari del gruppo di Bassano del Grappa, decidendo così di mandare gli ufficiali di polizia tributaria a svolgere accertamenti nell'ambito di quella che è stata definita «autonoma attività info-investigativa». Una risposta potrebbe arrivare dall'incrocio tra le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati in regime di libera professione e gli elenchi degli interventi chirurgici effettuati in urgenza. Se dovesse risultare che chi pagava la degenza veniva operato prima degli altri, verrebbe dimostrato che le liste d'attesa venivano scavalcate. Ma è un'ipotesi talmente grave che saranno necessari riscontri inoppugnabili. Le indagini dunque continuano.

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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