Tribunale a Bassano per l'area pedemontana, la sindaca Pavan: «Progetto che non può restare nel dimenticatoio»

Venerdì 17 Dicembre 2021 di Claudio Strati
La sindaca Elena Pavan nel suo studio in municipio (dalla sua pagina facebook)

BASSANO – Andiamo verso Natale ma le pulizie di primavera, in via Marinali, sono già partite alla grande. Sia estirpando le erbacce nel cortile interno, che ne era stato invaso, sia dando una ripulita di fondo ad alcune aule del vecchio palazzo di giustizia, che occupa qualche attività giudiziaria marginale dopo il trasloco definitivo a Vicenza, ormai otto anni fa, quando la giustizia bassanese venne cancellata. Il palazzo si fa bello non tanto per il progetto vagheggiato della ripartenza come ottavo tribunale veneto "della pedemontana", ma per l'arrivo annunciato, lunedì 17 dicembre, del presidente del tribunale di Vicenza Alberto Rizzo, in sopralluogo, accompagnato dal presidente dell'ordine degli avvocati Alessandro Moscatelli, perché sarebbe "a caccia" di spazi per dislocare parte delle incombenze vicentine a Bassano. A Vicenza infatti il palazzo di giustizia a Borgo Berga "scoppierebbe" per la mancanza di uffici e metri quadri sufficienti.

I quali invece a Bassano abbondano, essendoci un intero monoblocco nuovo, il vecchio tribunale rimesso a norma e il palazzo Cerato ristrutturato ad hoc, solo per citare i maggiori. Un gioiellino di cittadella della giustizia costato una ventina di milioni di euro e rimasto vuoto. E ora che si parla del progetto del nuovo "tribunale della pedemontana", riportando a Bassano una sede giudiziaria riservata anche all'Alta Padovana e a una fascia della Marca, arriva intanto in sopralluogo il presidente del tribunale di Vicenza. Del quale si dice, peraltro, che in tempi abbastanza brevi dovrebbe approdare a Trento. La sindaca Elena Pavan, avvocato di professione, ci conferma l'appuntamento di lunedì nel quale, sottolinea, ci sarà anche un importante incontro tra avvocati. Mentre si attende il parere di Luca Zaia sulla questione, e mentre il senatore padovano Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama che nei giorni scorsi giorni ha presieduto l'audizione con i rappresentanti bassanesi dedicata al progetto di nuova "geografia" giudiziaria, preferisce non esprimersi, essendo le audizioni ancora in corso anche con altri ex tribunali, ascoltiamo la prima cittadina della città del Grappa.

Sindaco Pavan, dopo l'audizione con la commissione del Senato ci sono stati degli sviluppi?

«Per il momento no.

Con il nuovo anno avrò un incontro con il senatore Ostellari, in modo da poterci guardare negli occhi, per capire se per il progetto pedemontana esistono delle probabilità».

Si è sentita con il presidente Zaia, visto che la Regione dovrebbe avere un ruolo centrale nel sostenere la nuova realtà?

«Con Zaia no, ma ho parlato con Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, per ciò che si intende fare a Venezia. Anche lui dice che l’iniziativa nella sede regionale si attiverà a inizio 2022, in modo approfondito - risponde Elena Pavan -. Ho percepito delle aperture importanti, anche perché obiettivamente il nostro progetto non può finire nel dimenticatoio. Ho chiesto ufficialmente alla Regione di occuparsi della questione con una lettera ad ottobre. Poi ovviamente ogni decisione regionale sarà sub judice da parte dello Stato».

Cosa dice dell’interesse di Vicenza di allargarsi a Bassano?

«​Nella sede nuova mancano gli spazi adeguati a Vicenza. Con Rizzo ho contatti frequenti, aveva anche chiesto a Roma, con una gara europea, l’acquisto di compattatori per i nostri archivi, armadi speciali che sfruttano al meglio le volumetrie. Abbiamo i nostri archivi sempre qua, disseminati tra i palazzi del tribunale, il pretorio, la ex procura. Per ora ci occupiamo di concretizzare un nuovo sportello dell'organismo di composizione delle crisi con sovraindebitamento, destinato a una certa tipologia di imprese, organizzato dagli avvocati: si andrà ad aggiungere all’attuale, seguito dai commercialisti». 

Sempre nel vecchio tribunale riportato a nuovo.

«Certamente. Ricordo che il palazzo di via Marinali lo abbiamo reso agibile noi, perché non aveva l’agibilità, lo abbiamo trovato che era rimasto tutto fermo. Abbiamo portato a norma gli ascensori con 60 mila euro, fatto opere contro le infiltrazioni con altri 80 mila, eccetera. Ora stiamo lavorando perché almeno le attività rimaste in città vengano portate dentro la struttura nuova, a destinazione urbanistica giudiziaria».

Ma se andasse in porto il progetto tribunale della pedemontana, chi sosterrebbe i costi? Si dice che ai tempi la gestione giudiziaria a Bassano producesse utili annui intorno ai 2,5 milioni.

«L'ipotesi è che Regione si accolli i costi strutturali. In sostanza si andrà a una ripartizione degli oneri. Tra il Comune, proprietario delle strutture, la Regione che potrà intervenire sui costi delle utenze. Il personale è dipendente dello Stato, quindi quei costi andranno a Roma. A fronte di un impegno dei tre enti coinvolti, l’eventuale "utile" andrà allo Stato, ma ciò potrà poi essere oggetto di una negoziazione».

Con i territori interessati, Padova e Treviso, avete riavviato i contatti? Da lì potrebbero arrivare delle resistenze, anche se sulla carta avrebbero dei vantaggi.

«Di certo Bassano sarebbe baricentrica rispetto alla nuova area geografica giudiziaria pedemontana. Molto comoda da raggiungere, oggi c’è anche l’asse della Spv che rende tutto molto più facile in questo territorio. Però prima di attivare i nuovi contatti con i territori dobbiamo capire la volontà degli altri enti in campo, Regione e Stato. Sono da evitare buchi nell’acqua, serve uno scenario concreto. Quel passaggio intendo poi farlo avendo le spalle coperte, non con tempistiche premature».

Impossibile destinare l’enorme immobile di nuova costruzione ad altro?

«Assolutamente impossibile, ha destinazione giudiziaria e poi è stato pensato con aule di udienza e salette adeguate proprio per essere un tribunale. Metterci le mani costerebbe parecchio. Cosa facciamo, spendiamo altri due milioni? Non sarebbe serio».

I tribunali che chiedono le riaperture sono sette: avanti tutti o fermi tutti? Oppure Bassano ha una sua specificità, avendo le strutture nuovissime e costate un occhio a disposizione, rispetto agli altri, e può trovare una strada sua?

«Intanto diciamo che il nostro progetto è di tipo diverso. Non chiediamo una riapertura sic et simpliciter, ma proponiamo la nuova istituzione di un Tribunale della Pedemontana che sarebbe utilissimo nel sistema giudiziario veneto. Ricordo che quando si andò a chiudere 31 tribunali, qualcuno venne sfilato durante gli iter. Erano tutti al sud quelli “salvati”. Si disse che lì avevano la criminalità organizzata per cui ce n’era bisogno. Però non nascondiamoci dietro a un dito, qui subiamo le infiltrazioni della criminalità, il riciclaggio, i fenomeni sono ben noti alla politica e alla magistratura. Dipese allora, e dipende oggi, dalla forza del territorio e di chi lo sosterrà nel far capire queste cose».

Ultimo aggiornamento: 22:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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